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sabato 24 aprile 2010

Museo di Altino: nuove proposte per la scuola

Molte le idee, ottimi i progetti. Manca però un giusto coordinamento tra museo e scuole, e una comunicazione adeguata. Resoconto di una tavola rotonda sul tema della didattica dei beni archeologici locali – con un'anteprima sui festeggiamenti per i 50 anni del museo.


Mercoledì 21 aprile, in occasione della XII settimana della cultura, si è tenuto presso il Museo di Altino un interessante workshop – dal titolo Life Long Learing – durante il quale da un lato si è fatto il punto della situazione su quanto il museo ha offerto fino ad oggi al mondo della scuola, dall'altro si è dibattuto su problematicità attuali e azioni di miglioramento per il futuro.


Alla base di tutto sta il dato non molto confrotante – portato dal sovrintendente per i beni archeologici del Veneto Vincenzo Tinè – che i musei archeologici italiani non costituiscono una grande attrattiva per turisti e/o residenti. È così a Roma, figurarsi ad Altino, con un museo sottodimensionato e sperduto, vittima tra l'altro della vicinanza ingombrante di una delle città più famose e visitate del mondo, Venezia.


Le presenze ad Altino tra il 2003 e il 2009 sono state in media di 6000 all'anno, con un picco negativo tra il 2005 e il 2006. La presenza “scolastica” è stata di circa 100 classi all'anno, mentre le visite guidate hanno raggiunto il picco massimo di 80 in un anno.

In lieve contro tendenza rispetto alla media regionale la presenza di licei e istituti superiori – noti come i “grandi assenti” nei musei archeologici – e questo grazie allo sviluppo e all'applicazione di alcuni progetti didattici realizzati dall'Università di Venezia nell'ambito del corso di Epigrafia romana tenuto dalla proff.ssa Cresci Marrone.

In un quadro del genere, puntare alla proposta didattica come volano per l'aumento delle presenze al museo è da sempre un imperativo. Ma con quali problemi si scontrano le scuole?

Sono intervenute alcune insegnanti di scuole elementari e medie, le quali hanno puntato prima di tutto il dito contro ai tagli alle ore di compresenza, che di fatto rendono sempre più difficile organizzare uscite in giornata. Altre hanno ricordato che da anni Altino non è più presente negli itinerari proposti da comune e provincia di Venezia alle scuole. Lo è stato per parecchio tempo, tra gli ‘80 e i ‘90, quando però l'offerta sia in termini strettamente museali che didattici era poca cosa, mentre ora (grazie alla collaborazione con l’università e con due ditte specializzate esterne) potrebbe diventare un fiore all'occhiello della provincia, specie se si pensa alle attività correlate che si potrebbero proporre (passeggiate naturalistiche lungo il Sile, uscite in barca in laguna con visita a Torcello, sulle tracce degli antichi “fuggiaschi” altinati, etc.).

Gli aspetti però su cui è risultato evidente che c’è ancora da lavorare – dato che di idee, progetti e proposte per la didattica dei beni archeologici ce ne sono moltissime e tutte interessanti – sono il coordinamento tra museo e scuole, e poi la comunicazione, che per le scuole significa ricevere proposte, calendari di eventi etc. a settembre e non la settimana prima degli eventi stessi... Inoltre, organizzare periodicamente degli incontri di formazione e informazione per gli insegnanti.

Un altro aspetto sollevato, e questa volta in direzione dell’amministrazione locale, è la sospensione di un'iniziativa promossa dalla precedente amministrazione ma che in questa non ha trovato continuità, cioè i centri estivi al museo. L'assessore all'istruzione Vidotto ha detto che quest'anno si impegnerà a far qualcosa (meglio tardi che mai...).

Centri estivi a parte, tutto il resto vale non solo per le scuole elementari e medie, ma anche per le superiori, puntando però sulla diversificazione dell'offerta (visite, laboratori, etc) a seconda dell'indirizzo di studi: la classicità nel suo insieme per i licei, l'arte e l'artigianato per gli istituti d'arte, la domus, gli edifici pubblici e la forma urbis per i geometri, il museo come polo di attrazione turistica per gli istituti per il turismo etc. Inoltre, allungare l'esperienza con programmi di stage, in modo da legare sempre di più scuola e museo.

Il museo infatti non deve essere visto solo come "reperti", "storia antica", "archeologia": un museo archeologico è anche “memoria” della tecnologia del passato, da confrontare con quella contemporanea. Un esempio ne è la lavorazione del vetro, alla quale saranno dedicate le giornate del 15 e 16 maggio prossimi, con le quali si inaugureranno i festeggiamenti del cinquantenario del museo di Altino (1960-2010).

Il programma (purtroppo ancora “orale”! E si torna al problema della comunicazione...) prevede, oltre all’allestimento di una mostra sul vetro, una dimostrazione pratica di soffiatura del vetro tenuta da uno dei più famosi maestri del vetro di Murano, Lino Tagliapietra sia nel pomeriggio di sabato che in quello di domenica. Inoltre, la sera si sabato 15 ci sarà a disposizione una barca (capienza massima 35 posti) con la quale si potrà “fare un salto” a Torcello in notturna. Sempre sabato sera, infine, il museo resterà aperto al pubblico fino alle 2 del mattino (una specie di “notte bianca” in piena campagna...).

Tornando alla didattica: e l'università? Le sale del museo di Altino sono diventate, ultimamente, un'appendice dell'aula universitaria, quanto meno di quella del corso di Epigrafia latina della facoltà di Lettere di Ca’ Foscari, tenuto dalla proff.ssa Cresci Marrone. Il fatto che sempre più ragazzi che non hanno frequentato il liceo si iscrivano a corsi di storia antica (materia che hanno affrontato per l'ultima volta alle elementari...) ha comportato un cambio di approccio nella didattica universitaria, che prevede fin dal primo anno la visita ai musei e ai siti archeologici (a partire da quelli romani), per passare col secondo anno agli stage nei musei, o poi via via venendo coinvolti nella realizzazione di progetti indirizzai ai musei: itinerari, percorsi di “lettura” dei reperti, strumenti di comunicazione, etc.

Infine, il lavoro. Le professionalità che possono trovare spazio in un museo sono moltissime: dai fotografi ai disegnatori ai restauratori ai catalogatori agli amministrativi agli informatici agli esperti di comunicazione.

Insomma: le idee non mancano, ma di lavoro da fare ce n’è ancora parecchio. Arrivare all’appuntamento con il trasferimento nella nuova sede (che non è ancora fissato, ma visto che i soldi ci sono... incrociamo le dita!) con la macchina della proposta didattica ben oliata sarebbe il massimo.

Io me lo auguro.

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