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sabato 22 gennaio 2011

TAV: uno zoom sul progetto

Qualche dettaglio sul tratto altinate della TAV ricavato dal progetto preliminare di RFI, in attesa dei due incontri pubblici sul tema organizzati dall'amministrazione comunale.


Nei prossimi giorni sembra non si parlerà altro che di TAV a Quarto d'Altino. Sono infatti previsti due incontri pubblici promossi dall'amministrazione (lunedì 24 e lunedì 31 gennaio, alle ore 20 preso il centro servizi) in vista di un consiglio comunale sul tema, che si terrà entro la prima metà di febbraio.

Ecco il volantino del primo.

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Approfitto allora di questa comunicazione dell'ultimo minuto per pubblicare qualche precisazione al mio precedente post OpportuniTAV, e in modo particolare sul tratto in viadotto che – stando al particolareggiato progetto preliminare consegnato in Regione da RFI – dovrebbe interessare il nostro paese, sia che si opti per il tracciato "basso" (o "litoraneo"), sia che si opti per il tracciato "alto" (o "autostradale").

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L'area interessata è il tratto di campagna (uno dei pochi rimasti ancora intatti, anche per via di vincoli archeologici e naturalistico-paesaggistici) che sta tra lo Zero e il Sile, più o meno a metà strada tra il centro di Quarto e Altino-Trepalade.

Analizziamolo nel dettaglio.

In rosso il tracciato della linea ad alta velocità, che "scavalcherà" questo tratto di campagna con un viadotto lungo 2,3 km che in prossimità dello scavalco del fiume Sile è previsto raggiunga un'altezza di 5 metri, calcolati tra la base del viadotto e il livello massimo dell'argine. Se consideriamo tutto quello che è previsto venga poggiato sopra la base del viadotto, immaginate quale altezza raggiungeranno i piloni dell'alimentazione aerea... Il viadotto poggerà su gruppi di pilastri di cemento armato (del diametro di 1,2 metri) con campate di 25 o 40 metri, a seconda della necessità.

Le zone colorate adiacenti alla linea alla fine di Via Colombera sono rispettivamente un'area di stoccaggio materiale (blu - 19.000 mq), un cantiere operativo (viola - 40.500 mq), un cantiere base (arancio - 13.300 mq, per un totale di più di 7 ettari di campagna). Di particolare importanza i due cantieri, in quanto sono gli unici di questo tipo che il progetto prevede tra Venezia e Musile di Piave. Nello specifico il cantiere operativo lo troviamo qui perché il viadotto Zero-Sile è una delle "opere d'arte importanti" dell'intera tratta. Lascio a voi immaginare il traffico pesante che riverserà nell'area compresa tra l'uscita del passante, la rotonda nuova di viale della Resistenza, via Colombera e via Claudia Augusta durante i 2500 giorni (circa 7 anni) previsti per la realizzazione dell'opera.

La linea verde rappresenta la nuova bretella (già prevista da PRG e recentemente tracciata con i tipici paletti fluorescenti) che dovrà collegare la nuova rotonda di viale della Resistenza alla provinciale Quarto-Portegrandi, all'altezza dell'ex ICM. Come si nota, i due tracciati si intersecano a pochi metri dalla Claudia Augusta, che la bretella "scavalcherà" a sua volta con un cavalcavia, con un effetto visivo da svincolo autostradale...

Infine, la fotografia inserita nella mappa mostra come potrebbe essere la nuova visuale della Claudia Augusta (che, per chi lo avesse dimenticato, ricalca il tracciato di una delle più importanti vie consolari romane del nord Italia) dando le spalle ad Altino e guardando verso il centro di Quarto. Un "boschetto" di cemento armato interrotto da un boschetto vero (sempre che ne rimanga qualcosa, visto che casca in piena fascia di rispetto) di proprietà del buon P. Calza, riconosciuto dalla Regione e dalla Provincia come area di ripopolamento faunistico, e quindi area protetta di interesse naturalistico.

Inoltre, sebbene il "problema" (se così vogliamo chiamarlo) dei vincoli archeologici presenti sull'area della Claudia Augusta siano stati "risolti" col viadotto (!), i pilastri (e sono tanti...) dovranno pure essere piantati per terra, e la zona tra via Colombera e via Claudia Augusta viene indicata nel progetto a rischio archeologico ora medio, ora alto.


Considerato tutto questo (ma non solo, perché manca da analizzare la questione finanziaria dell'intero progetto), non posso che concludere invitandovi nuovamente a leggere l'articolo Ci sono alternative alla TAV? pubblicato sul sito Ferrovieanordest, di cui cito l'inizio:

Mentre si discute in ogni ambito su quale sia il percorso migliore per far passare l'Alta Velocità nel Veneto Orientale (litoraneo o in affiancamento all'A4) sembra che pochi si pongano una domanda più a monte, la maggioranza dando per scontato che la TAV in sé sia utile e irrinunciabile. Per completezza d'informazione ci sembra corretto approfondire almeno una alternativa radicale alla costruzione di una nuova linea.
Fra le domande "scomode": questa è un'opera veramente essenziale per lo sviluppo del Paese? E soprattutto, una volta realizzata, potrà essere veramente sfruttata per migliorare il trasporto di passeggeri e merci attraverso il NordEst? Come abbiamo visto nei precedenti approfondimenti, la nuova linea al pari delle AV finora realizzate non è destinata a essere percorsa dai treni merci; non siamo in condizione di prevedere esattamente il traffico passeggeri del 2015, ma considerando lo stato attuale dei flussi Venezia-Trieste-Slovenia possiamo facilmente supporre che vi transiterebbero soltanto pochi treni ogni giorno (si è parlato di tre coppie, sei corse in tutto!). [LEGGI TUTTO]