logo al suq

martedì 30 marzo 2010

Lettera di Michele Calzavara

Il consigliere comunale di maggioranza Calzavara, coordinatore del circolo altinate del PD (per me semplicemente Michele, dato che per quasi 20 anni abbiamo condiviso il pianerottolo, in via Armstrong...) mi scrive chiedendomi di pubblicare una sua lettera di precisazione sul consiglio comunale del 23 marzo.

Lo faccio volentieri – nonostante lo scopo del mio blog non sia quello di pubblicare testi di altri, in quanto non si tratta di un quotidiano ma di un sito personale – perché il suo intervento ha attinenza con il mio ultimo post (dove tra l'altro già pubblico un testo altrui).

Nel farlo devo però precisare che NON condivido la maggior parte dei contenuti della lettera. Questo Michele lo sa, gliel'ho scritto in risposta alla sua email; ma non voglio aggiungere altro, perché è giusto che ognuno si faccia la propria opinione.


CONSIGLIO COMUNALE DEL 23 MARZO 2010

Ritengo doveroso da parte mia fare alcune considerazioni sul consiglio comunale del 23 marzo relativamente alla petizione presentata dai consiglieri di minoranza e firmata da 1130 cittadini,sui temi che da un po’ di tempo vengono dibattuti e cioè in ordine di presentazione: palazzetto dello sport, uscita del passante, chiusura di via Stazione e ponte sul fiume Sile.

Mi è dispiaciuto andare via prima da questo consiglio, ma impegni di lavoro inderogabili mi hanno costretto ad abbandonare la discussione. Mi è dispiaciuto per il tenore degli interventi dei consiglieri di minoranza che, per l’ennesima volta, condiscono le loro frasi con insinuazioni e battutine che non hanno nessun fondamento di verità, ma che servono a sostenere la tesi secondo la quale siamo di fronte ad una maggioranza che non tiene conto delle proposte che vengono dagli altri e tanto meno tiene conto delle raccolte di firme e dei comitati sino a qui sorti, dipingendo tutti i componenti della maggioranza come degli irresponsabili, delle persone che fanno politica per favorire pochi e che hanno sempre un doppio fine in quello che fanno.

Io a questo modo di fare politica non ci sto: il rispetto delle persone deve venire prima di tutto. Il confronto non deve mai scendere sull’insinuazione o peggio sull’offesa personale: fare minoranza è difficile, ma questo non giustifica il fare battaglie partendo da considerazioni non veritiere e mettendo sistematicamente in dubbio quello che la maggioranza afferma.

Questa mancanza di fiducia sulle affermazioni sino qui rese è cosa tanto grave quanto scorretta perché, vedete, gli atti pubblici sono atti formali, le chiacchiere vanno bene solo al bar.

E continuare a sostenere le chiacchiere credo sia una operazione sbagliata.

Io sono anche da due anni coordinatore del Partito Democratico e ancor più per questo ruolo ho il massimo rispetto di tutti, ho sempre cercato di presentare le cose come stanno, ho fatto del dialogo il mio modo di fare politica. Lo sanno i cittadini di via Pascoli che ho incontrato diverse volte ed ai quali ho dato la mia disponibilità per risolvere il problema, avendo bene in mente però che il mio primo obbiettivo è garantire il bene comune: quando si amministra un paese non ci sono figli e figliastri.

Ma le mie proposte non risolvevano il problema subito; bisognava portare pazienza: hanno preferito ascoltare chi li ha illusi che da subito le cose sarebbero andate in modo diverso e che il proprio interessamento sarebbe stato risolutivo. Senza capire che tale interessamento aveva l’obiettivo di allargare il proprio consenso personale. L’interesse generale, in siffatti comportamenti, viene molto dopo, se mai arriva.

La mia posizione sulla questione relativa al palazzetto dello sport è che in questo mandato che si chiude nel 2011 l’amministrazione non proceda con la vendita. L’approvazione delle varianti e l’inserimento nel piano delle alienazioni non vuol dire infatti che obbligatoriamente e/o in automatico si procederà alla vendita, ma che rimane aperta l’opportunità di un miglioramento dell’attuale disponibilità di impianti sportivi in un’ottica di futuro incremento delle esigenze di servizi sportivi per i cittadini. Ciò andrà valutato in futuro, tenendo conto delle esigenze della comunità e delle disponibilità economiche che ad oggi non sono ipotizzabili considerata anche la grave crisi economica in atto.

La viabilità in uscita dal passante vedrà una risposta definitiva con la realizzazione della circonvallazione inserita nelle opere complementari assieme alle modifiche previste nella zona della vecchia uscita dell’autostrada: i problemi che sono stati creati dall’apertura del nuovo passante vedranno una soluzione.

Ci vorrà un po’ di tempo perché si tratta di opere infrastrutturali complesse che vedono il coinvolgimento di molti enti e per la realizzazione delle quali devono essere espletate le corrette procedure di legge.

La via Stazione, è innegabile, ha avuto un calo del traffico di passaggio dopo la chiusura del passaggio a livello, chiusura ampiamente prevista considerato che il primo protocollo d’intesa è stato firmato nel 1993. Su questo l’amministrazione non può fare niente: le attività commerciali dovranno fare i conti con questa nuova realtà che sicuramente le penalizza ma che è oramai un dato di fatto.

Ma nuove prospettive si aprono con il calo del traffico, oltre agli indubbi benefici ambientali. Via Stazione, con la nuova piazza, può diventare una strada più a misura di cittadino per un nuovo modo di vivere il centro che andrà sostenuto e potenziato per aumentare la qualità della vita.

Credo tuttavia che nella critica congiuntura economica la chiusura nei giorni feriali della via stazione potrebbe comportare un danno ulteriore alle attività economiche e che pertanto vada evitata.

Il ponte sul fiume Sile credo sia l’esempio più chiaro di come la minoranza usi la demagogia per fare politica. Tutti hanno capito che la situazione del ponte da un punto di vista statico non è delle migliori: il ponte ha 100 anni ed il Sindaco, come è suo dovere istituzionale, si è preoccupato della sicurezza dei suoi cittadini facendo fare una verifica statica del ponte per conoscerne le reali condizioni. Ci lamentiamo spesso che nessuno fa prevenzione, le disgrazie succedono e sono spesso ampiamente previste ma allora perché quando qualcuno fa opera di prevenzione viene criticato? La sicurezza di tutti non vale bene qualche disagio?

Io credo che chi ricopre incarichi istituzionali non può non fare il proprio dovere senza tener conto del bene comune: amministrare vuol dire tutelare l’interesse generale, il benessere del singolo deve essere contemperato con il benessere della collettività e anche i cittadini devono avere questo atteggiamento nei confronti dei problemi, senza considerare la difesa della propria personale situazione come preminente.

Una comunità si riconosce anche da questo e la classe politica di questo paese ne deve tener conto: l’interesse generale viene prima del nostro successo personale e precisa responsabilità dell’amministratore è quella di non usare in maniera demagogica i problemi per cercare il consenso, far politica vuol dire fare un servizio agli altri.

Queste mie considerazioni, che mi sarebbe piaciuto fare in consiglio comunale, le faccio attraverso questa lettera, nella speranza di dare il mio contributo per fare di Quarto d’Altino un paese migliore.

Saluti.

Michele Calzavara
Consigliere Comunale di Civica Altinate

Nessun commento:

Posta un commento

Inserisci un commento...