Lunedì 9 novembre 2009, alle ore 20, presso il Centro Servizi, si terrà finalmente un consiglio comunale aperto dedicato all'"affaire palazzetto".
L'idea è stata lanciata (sebbene con più di due mesi di ritardo dalla richiesta fatta con la famosa petizione agostana) dal Sindaco alla fine del consiglio comunale di giovedì sera scorso (29 ottobre). In realtà con la richiesta di un consiglio comunale aperto si chiudeva proprio la famosa petizione, che veniva presentata come mozione dal consigliere Simionato. Ad ogni modo, dopo una serie di tira e molla, di incomprensioni, di alzate di voce, la richiesta è stata messa positivamente ai voti.
Ma la promessa alla quale mi riferisco nel titolo non è questa, ma un'altra. Ho infatti pensato, in attesa di poter tornare con più dati sulla questione palazzetto, di mantener fede a quanto promesso il 28 agosto scorso alla fine del mio intervento sull'altro "casus belli" estivo: la chiusura del ponte sul Sile.
In quell'occasione sostenevo che a mio avviso l'aumento del traffico automobilistico da Casale e – specialmente – Roncade verso Quarto d'Altino, causa da un lato delle presunte lesioni al ponte dall'altro di più generici problemi di viabilità del paese, andava messo in relazione anche alla sostanziale differenza di aumento della popolazione riscontrabile negli ultimi dieci anni tra il nostro comune e quello dei due comuni limitrofi citati.
La conclusione alla quale arrivavo era questa: negli ultimi dieci anni molti altinati (autoctoni o oriundi, ovvero arrivati qui negli anni '80 "dalla città"), hanno deciso di andarsene da Quarto, ma non così distante da non permetter loro di tornarci quotidianamente: perché qui ci lavorano, perché qui prendono il treno (per andare a lavorare o a studiare), perché qui risiede la famiglia di origine (alla quale spesso si ricorre per la custodia dei bambini piccoli), perché qui i figli frequentano la scuola o le attività ricreative (sport, musica, etc.), perché qui si hanno le vecchie amicizie.
La mia promessa era quella di portare dei dati a supporto della mia tesi. Più semplicemente di quanto non pensassi, è bastato andare nel sito dell'Istat e interrogare le varie banche dati lì presenti.
Ricerche specifiche sul "saldo migratorio" (locale ed estero, cioè da comune italiano a comune italiano e da comune estero a comune italiano) si possono effettuare purtroppo solo a partire dal 1991, ma il fatto è di scarsa rilevanza ai fini del mio ragionamento. Basterà qui ricordare che una ricostruzione dell'Istat (quindi non precisissima) dell'andamento demografico nel decennio 1982-1991 rivela che la crescita di Quarto è stata in quel periodo del 13%, passando in modo molto graduale (al massimo +2% annuo) da 5404 abitanti nel 1982 a 6116 nel 1991. Una percentuale molto simile a quelle dei decenni successivi (16% tra 1991 e 2001, 10% nel decennio ancora in corso).
Lasciamo però parlare i dati...
(Per visualizzare meglio la tabella, cliccateci sopra.)
Se confrontato con il saldo migratorio di paesi come Casale sul Sile e Roncade, quello di Quarto è ridicolo (quando non è addirittura controcorrente, ovvero negativo), nonostante negli ultimi 5 anni a dar man forte ai nuovi iscritti da comuni italiani sono arrivati numerosi nuovi iscritti dall'estero (extracomunitari o no), il cui saldo migratorio è stato positivo anche quando quello locale era negativo (ad es. dal 2004 al 2006).
Qualcuno dirà: basta questo a confermare la tua tesi? Forse no, ma è sufficiente fare un veloce sondaggio in paese per rendersene conto in modo definitivo...
sabato 31 ottobre 2009
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