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sabato 7 novembre 2009

Questione di soldi

Torno brevemente sui temi del post precedente a questo per fare una precisazione d'obbligo.

Chi ha scelto di andarsene da Quarto per approdare nei paesi limitrofi l'ha fatto non solo per una questione di vivibilità etc., bensì pure per una questione economica.

C'è stato un periodo infatti in cui, con gli stessi soldi, se a Quarto ti compravi un appartamento (e neanche tanto grande) a Casale, Musestre o San Cipriano ti compravi una porzione di schiera. Allo stesso modo, a parità di metratura, anni, finiture etc. un appartamento a Quarto costava molto di più che nei paesi limitrofi.

Va da sé che in quel periodo un altinate che voleva (o doveva) risparmiare sull'acquisto della casa, di certo non sceglieva di restare a Quarto.

E se molte di queste persone si sono trovate costrette (per mancanza di budget) a fare questa scelta, finendo spesso per abitare in un appartamento a Pozzetto di Roncade o a Sant'Elena di Casale sul Sile,  altre ne hanno approfittato per vendere l'appartamento (magari neanche tanto nuovo) e farsi, con gli stessi soldi (o poco più), la casa altrove (ma in un "altrove" a portata di mano).

Qualcuno potrebbe dire che questi ultimi hanno opportunisticamente cavalcato l'onda del mercato immobiliare "squilibrato": ma ci son stati anni in cui comprare un pezzo di schiera o di binata a  Quarto era impossibile, e questo perché se ne costruivano talmente poche (a vantaggio di complessi di appartamenti, spesso mini) che se qualcuno ne restava aveva un prezzo inavvicinabile.

In ogni caso c'è chi ha approfittato della situazione. Sicché l'impressione è quella che Quarto (come tanti piccoli paesi italiani) abbia costituito in quest'ultimo decennio e oltre una sorta di laboratorio della speculazione edilizia nel quale sono stati coinvolti non solo gli impresari edili – grossi (quelli di operazione tipo "Quarto borgo", o la Marina di Portegrandi, o l'ex area Zanchetin, per citare i casi più clamorosi) e piccoli (quelli dei quartieri-casbah come la zona fra Viale della Resistenza, Via Puccini, Viale Toscanini e il canale Carmason, o dei condomini-Fenice, risorti sulle ceneri di case unifamiliari) – ma anche i singoli cittadini, proprietari di un appartamento acquistato a poche decine di milioni negli anni '80 e rivenduto a più di 100 mila euro nei primi anni del 2000.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti, specie in questo periodo di "crisi" (presunta o reale, comunque generale): super-complessi condominiali mezzi vuoti, negozi invenduti. E si sa che dove la vita di tutti i giorni non arriva, arriva il degrado, sia urbano che sociale.

2 commenti:

  1. Intanto complimenti per il blog. chissa' che sia un passo verso quella che si chiama coscienza critica del cittadino.
    Ti do' ragione sulle cronologia storica che ha portato ad avere un paese che e' cementificato in ogni suo dove. Converrai con me pero' che e' abbastanza preoccupante la connivenza con l'amministrazione di questo comune nel favorire le imprese edili invece dei servizi basici di cui la comunità avrebbe bisogno. mi sembra banale star qui ad elencarli.
    Il quadro e' veramente desolante . Quello che mi stpupisce ( e non solo me ) e' la fame che questi sembrano nutrire quando si tratta di lottizzare qualsiasi fazzoletto di terra possibile. Io continuero' a fare una pessima pubblicita' di questo paese invitando le persone che conosco ( e col mio lavoro ne conosco parecchie ) a non commettere l'errore di comprare in questo comune. Potrebbe apparirti come uno sfogo di un cittadino frustrato . Purtroppo invece prendo atto della situazione. C'e' qulacuno che la pensa in maniera diversa ?

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  2. Prima di tutto grazie per il sostegno! Accenno poi velocemente a una questione sulla quale ritornerò con un post "dedicato". Ciò che a me preoccupa non è tanto la lottizzazione selvaggia della "terra libera" (che a Quarto è poca dati i numerosi vincoli ambientali, paesaggistici, archeologici) quanto la prassi dell' "abbatto una casa, costruisco un condominio". Infatti, se una nuova lottizzazione per quanto poco deve rispettare dei parametri attuali (verde, parcheggi, piste ciclabili, tipologia di costruzioni) lo stesso non accade per le "riconversioni" – così come per i Piani di recupero urbanistico – che a mio avviso sono il terreno prediletto dagli speculatori. È qui infatti che si operano i veri scempi urbanistici, ricavando decine di appartamenti dove prima ce n'erano due o tre (o anche una casa singola), col risultato (la beffa dopo l'inganno) che non puoi nemmeno accusare il sindaco – come spesso ho sentito fare – di essere un cementificatore, perché lui prontamente risponde che non ha cementificato più terra di quanta non fosse già stata cementificata.

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