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lunedì 31 agosto 2009

Palazzetto 2: «Non ci sto!»

Ieri ho trovato nella cassetta della posta dei miei (perché a casa mia non è arrivato) l'ultimo numero di Rossa Idea, il «foglio di rifondazione comunista del territorio altinate». Tema dell'intero numero: Palazzetto dello sport e nuova «cittadella».

Non ci sarebbe niente di male se anche il «collettivo di Rifondazione Comunista altinate» si schierasse dalla parte di chi si oppone all'alienazione dell'area su cui ora sorge il Palazzetto dello sport di via Aldo Moro, con area verde retrostante, parcheggio e campo polifunzionale all'aperto. (Per conoscere la mia opinione a proposito della vicena rimando al post del 26 agosto.)

Non mi sembra invece assolutamente corretto quell'uso della prima persona plurale con il quale la redazione riassume le tappe della famosa petizione nel box di pagina 4, intitolato "Palazzetto dello sport: si rispetti la volontà popolare":

In pieno agosto con mezzo paese in ferie, in meno di dieci giorni, ABBIAMO raccolto – grazie all'impegno diretto dei cittadini – circa 800 firme, 791 per l'esattezza. [...] Verso fine settembre si annuncia un Consiglio comunale aperto ai cittadini. Sentiremo cosa CI diranno gli amministratori e NOI DIREMO LA NOSTRA.

L'articolo non è firmato, e dato che le note editoriali avvisano che «tutti gli articoli non firmati rappresentano la posizione del collettivo di Rifondazione Comunista», io capisco che con quel dire "noi" intendono "noi collettivo etc.".

Ora, uscirsene a due settimane dalla presentazione delle firme al Sindaco (avvenuta l'11 agosto) con un numero interamente dedicato alla questione "Palazzetto" e nel quale sembra che il ruolo di Rifondazione Comunista nell'organizzazione e promozione di una petizione che si presentava civica e indipendente sia stato cruciale, mi sembra un tentativo di strumentalizzazione bello e buono.

A fare i maliziosi, si potrebbe addirittura pensare che qualcuno voglia usare i risultati della petizione per "pompare" i dati elettorali delle elezioni provinciali di giugno, dove Rifondazione ha preso "solo" 136 voti (che non son comunque pochi rispetto ai risultati ottenuti su un fronte dal sindaco in carica, col Partito Socialista – 217 voti – e sull'altro dall'ex vice-sindaco, col Movimento Popolare Veneto – 274).

E dico questo perché non è la prima volta che Rifondazione mi gioca scherzi di questo tipo, come quando – nel lontano 1994 – dopo giorni di occupazione, autogestione, assemblee, gruppi di studio etc. contro la riforma Jervolino (nella quale mi ero dato anima e corpo) al momento della manifestazione conclusiva, a Venezia, sbucano fuori, inaspettate e indesiderate (almeno per me), le bandiere con la falce e il martello, come a dire: "Attenti che questi qua sono tutti con noi!". All'epoca non stavo con nessuno ma rispettavo tutti e collaboravo con tutti, e avrei voluto che anche gli altri facessero lo stesso con me. Sono passati 15 anni e da questo punto di vista non sono cambiato.

Sarei quindi curioso di sapere cosa ne pensano gli altri organizzatori della petizione, nonché i 791 firmatari. Sarei curioso di sapere quanti avrebbero firmato o fatto firmare quella petizione se sopra ci fosse stato il simbolo di Rifondazione o di qualsiasi altro partito. Perché non è che abbia qualcosa contro Rifondazione, sia chiaro. È solo che certi atteggiamenti non li sopporto, da qualsiasi parte arrivino. Punto.

1 commento:

  1. Caro Mirko,
    mi permetto questo aggettivo anche se ci conosciamo solo di vista.
    Civica Altinate, di cui Marco Simionato è consigliere, è stata depositata dal sottoscritto e tutta l'idea di "una lista ambientalista, progressista e di sinistra" è nata con l'impegno diretto e determinante di tutta Rifondazione Comunista. I cittadini altinati lo sapevano perfettamente.
    Nasceva dall’idea di costruire un luogo plurale, aperto, legato alle dinamiche del territorio.
    Non era una lista contro i partiti e rifondazione era e rimane parte importante di questa esperienza.
    Mi dispiace che l’ultimo numero di Rossa Idea abbia provocato fraintendimenti.
    Sulla difesa del Palazzetto non solo condividiamo ed intendiamo partecipare come cittadini che vivono a Quarto d'Altino, ma riteniamo utile come soggetto collettivo che ha una sua idea dello sviluppo urbano, non essere omertosi, caratteristica che a Quarto d’Altino impera nelle relazioni sociali e politiche..
    Sull’ultimo numero di “Rossa Idea” abbiamo spiegato cosa pensiamo noi della vicenda della svendita speculativa dell’area del Palazzetto e dintorni, da parte dell’amministrazione comunale.
    In un articoletto di spalla abbiamo annunciato il successo dell’iniziativa di raccolta di firme.
    Quell' "abbiamo raccolto", intendeva dire nel contesto dell'articolo "abbiamo anche noi partecipato alla raccolta di firme" e quando scriviamo “che diremo la nostra” al sindaco, intendiamo dire che "parteciperemo assieme ai molti cittadini e diremo la nostra, ma anche che come rifondazione comunista diremo la nostra (in democrazia ci è ancora permesso)
    Senza nessuna intenzione di auto elogiarmi, ma per semplice dato oggettivo, ricordo che l’idea di partire con la raccolta di firme è nata in chiusura dell’assemblea tenuta lo scorso luglio, iniziativa che è stata da me proposta in chiusura dell'incontro. Una raccolta di firme popolare.
    La tempistica è stata dettata dalle condizioni oggettive, subito dopo aver "contribuito alla raccolta di firme", siamo andati in ferie e a settembre abbiamo predisposto Rossa Idea.
    Sull'urgenza di uscire ricordo la mail di Marco Simionato, a cui ha inviato in anteprima copia del gironalino, che mi sollecitava a uscire subito così da sostenere con una ulteriore voce l'iniziativa.
    Quindi dispiace se quell’articolo ha ingenerato incomprensioni, timori e fastidi. Anch’io credo che se l’iniziativa fosse stata marchiata Rifondazione avrebbe avuto forse qualche maggior difficoltà.
    Dirò di più, sarebbe persino stata sbagliata, perché da sempre come rifondazione abbiamo agito a Quarto per ricomporre società, costruire percorsi di liberazione dalla cappa medievale che rende il paese prigioniero di monopoli e reti familistiche intramontabili.
    La nostra a Quarto è una storia limpida, di impegno spesso solitario su questioni anche importanti (ricordo il mostro di cemento, la darsena a portegrandi, la opposizioni alle varianti dei cementizzatori, sulle condizioni di degrado delle scuole, della biblioteca…).
    Nessun delirio di onnipotenza, non crediamo mai di essere “cruciali”, ma ci teniamo a far sapere che non siamo nemmeno “irrilevanti”.
    Proviamo sempre a fare il meglio e se qualche volta irritiamo qualcuno ne siamo dispiaciuti.

    Con stima
    Renato Cardazzo
    Rifondazione Comunista altinate

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