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sabato 14 febbraio 2015

Ecco a voi la (vera) nuova biblioteca di Quarto...

Inaugurata questa mattina, la nuova biblioteca di Quarto d'Altino aprirà con una dotazione organica e orari di apertura assolutamente inadeguati alla nuova collocazione e agli strombazzamenti pre-elettorali che ne accompagneranno i primi passi. Altro che «cuore pulsante della comunità e motore di sviluppo del territorio»...


Il 9 aprile del 2010, su questo stesso blog, pubblicavo un post dal titolo “Ecco a voi la nuova biblioteca di Quarto”. Oggi, a distanza di 5 anni, la cronaca politica locale mi obbliga a tornare sull’argomento per analizzare uno scenario per certi versi nuovo, per altri – purtroppo – sempre uguale.

Come prima cosa, vi invito a leggere le parole con cui la Sindaca Conte nei giorni scorsi ha invitato gli altinati all’inaugurazione della nuova biblioteca di Quarto d’Altino. Che però – badate bene – non è la biblioteca di cui parlavo io in quell’articolo del 2010, in quanto in quegli spazi (all’epoca destinati alla «Cittadella della cultura», biblioteca inclusa) l’attuale giunta, appena insediata, ha voluto ricavare il secondo “Nuovo municipio”, dedicando a se stessa l’intero ultimo piano.


“Era un impegno che ci eravamo assunti in campagna elettorale nel 2011 mettendo al centro la cultura e la biblioteca, cuore pulsante della comunità e motore di sviluppo del territorio, per la realizzazione del quale ringrazio in particolare l’assessore Albertin, il Servizio Tecnico comunale, i bibliotecari e la Responsabile del Servizio alla Persona. Si tratta del primo passo del progetto di ristrutturazione che porterà alla realizzazione del nuovo Centro culturale. Come ogni buon padre e madre di famiglia, abbiamo voluto fare “il passo secondo la gamba", senza creare ulteriori indebitamenti per il Comune che già risente fortemente di scelte del passato che gravano oggi per quasi settecentomila euro l’anno. È un intervento all’insegna del riuso sia dell’edificio storico esistente, sia per quanto riguarda gli arredi, che sono stati in parte riciclati dalla precedente sede ed in parte acquistati a prezzi molto vantaggiosi  da altre biblioteche. Successivi interventi verranno quindi programmati a mano a mano che sarà possibile recuperare nuove risorse attraverso la partecipazione a bandi di finanziamento o con accordi di programma. Quello di sabato 14 vuole essere un semplice momento di festa per questo primo traguardo, l’apertura della biblioteca, che inizierà il servizio a partire da martedì 17 febbraio. Nelle prossime settimane confidiamo di organizzare eventi culturali per giungere alla cerimonia di intitolazione del Centro culturale a Tina Merlin in maniera adeguata e consapevole.”

I grassetti sono miei, e servono a evidenziare alcuni aspetti che meritano di essere approfonditi, per onestà intellettuale più che per dovere di cronaca; sempre che non si preferisca far spalluccia prestando il destro all’azione di anestesia mediatica a cui lo “stile Renzi” ci sta abituando.

È vero che la Sindaca Conte in campagna elettorale aveva promesso l’apertura della “nuova biblioteca” (in pochi non lo hanno fatto...), però non dove poi l’ha realizzata, bensì dove l’avevano pensata i suoi predecessori – nonché, per buona parte, compagni di partito – ovvero in quell’immobile acquistato contro ogni logica nel 2010 per 1,8 milioni di euro tramite un leasing finanziario che ha inciso (e inciderà) sulla spesa corrente del comune di circa 90mila euro l’anno per quasi 20 anni (ma questo l'ho già spiegato nell'articolo citato all'inizio).

A soli 4 mesi dal suo insediamento, infatti, la sindaca cambia idea: nella nuova palazzina in piazza San Michele non ci andrà più la biblioteca (a causa di presunte «numerose difficoltà tecniche soprattutto a livello di rispetto della normativa antincendio che sono emerse» – Delibera di Giunta n. 100 del 22/9/2011) ma gli uffici che in quel momento si trovavano nel vecchio municipio, tra cui – appunto – quelli di sindaco e assessori.

La questione della normativa antincendio non mi ha mai convinto, perché, ok, una biblioteca per sua natura ospita tanta carta, ma lo stesso non si può forse dire per l’ufficio anagrafe e l’ufficio protocollo? E poi quell'edificio non era stato progettato per contenere una biblioteca?

Sembrerebbe quindi che la sindaca Conte, con la scusa di questa bizzarra normativa antincendio “selettiva” e della necessità (questa sì oggettiva) di migliorare le condizioni di lavoro e di accessibilità degli uffici che non avevano potuto godere del trasferimento nel nuovo padiglione municipale inaugurato nel 2010 dalla giunta Marcassa (e costato altri 1,75 milioni di euro, “ponte dei sospiri” compreso…), abbia colto la palla al balzo per ricavare all’ultimo piano del nuovo edificio il suo quartier generale composto in primis dal suo nuovo, luminoso e spazioso ufficio di rappresentanza (con emblematica vista sulla chiesa).

In quell’occasione però, la filosofia del riuso, della buona madre di famiglia, del passo “a ragione della gamba” non aveva ancora bussato alla porta della nostra prima cittadina: sfido infatti chiunque a trovare nel nuovo municipio un armadio, una sedia, una scrivania recuperati dal vecchio edificio. Tutto nuovo, tutto moderno – tanto paga Pantaeon, no!?

Costo preventivato per l’operazione: 328mila euro. Il consuntivo, non lo so.

Insomma: non solo tra le «scelte del passato che gravano oggi per quasi settecentomila euro l’anno», e che la obbligano finalmente ad una sobrietà alla quale noi del gruppo “per quarto” l’abbiamo richiamata in occasione dell’approvazione del progetto del faraonico centro culturale da 2 milioni di euro (vedi l'articolo "La cultura delle promesse elettorali"), ci sono anche le sue, cara sindaca; ma di quelle scelte – operate tra l’altro da “compagni” di un circolo di partito di cui lei è stata coordinatrice – alla fine ne avete beneficiato per primi lei, la sua giunta e la sua immagine personale. E sotto quale altro nome si può rubricare la scelta di dare la precedenza (e di ben tre anni) agli uffici di sindaco e assessori invece che a un servizio pubblico come la biblioteca, se non “Vanità”? Non potevate accontentarvi di spazi più modesti, o in condivisione tra voi amministratori e gli uffici, e lasciare da subito un piano del nuovo edificio in piazza San Michele alla biblioteca, visto che esisteva già un progetto in tal senso (quello del 2003)?

Un altro passo del virgolettato della sindaca che ho evidenziato è la parola «bibliotecari». Una parola fuorviante se si pensa che è ormai da anni che il comune di Quarto d’Altino non ha più un bibliotecario in organico. Dopo il pensionamento dell’ultima persona che ha ricoperto ufficialmente quel ruolo, non potendo indire un nuovo concorso per i vincoli imposti dal patto di stabilità, già la precedente amministrazione aveva deciso di esternalizzare completamente il servizio, affidando l’incarico ad una cooperativa.

Quindi, senza nulla togliere a chi in questi ultimi anni ha dato finalmente una boccata d’ossigeno ad un servizio che languiva da decenni (e lo dico con cognizione di causa visto che quasi 20 anni fa ho fatto parte del comitato di gestione della biblioteca, dando le dimissioni dopo neanche un anno a causa dell’immobilismo imposto da alcune persone, e successivamente, come obiettore di coscienza, ho svolto servizio per un anno al suo interno...) definirli «bibliotecari» è improprio, e potrebbe dar addito a fraintendimenti.

Anche perché, stando al bando pubblicato a fine 2014 per l’affidamento del servizio bibliotecario per il triennio 2015-2017, di “operatori” (così li definisce il Capitolato) ne è previsto soltanto uno, per un totale di 20 ore settimanali.

Il risultato è che dalle 5 mattine + 3 pomeriggi di apertura al pubblico attuali si passerà, a partire dal mese di maggio (cito sempre il Capitolato) a 3 mattine + 3 pomeriggi! Ma più di questo non si può certo fare con la cifra messa a disposizione dall'amministrazione (soggetta, tra l'altro, a ribasso d’asta): 56mila euro per 3 anni. Quindi 18 mila euro l’anno.


Per avere la conferma che più di un operatore con quella cifra non riusciremo mai a portare a casa, basta spostarsi a Marcon, dove nel gennaio 2013 è stato affidato l'incarico per 2 anni alla stessa cooperativa che attualmente opera a Quarto (CoopCulture, un colosso del settore a livello italiano, che solo in provincia di Venezia gestisce 10 biblioteche tra cui Mira, Oriago, Chioggia, San Donà, Mestre, Mirano, Jesolo) per 75mila euro, quindi 37 mila euro l'anno, che diviso per i due operatori che attualmente affiancano la bibliotecaria (dipendente del comune) fanno... 18mila euro l'anno ad operatore! Sorprendente, vero!?

Ora, se davvero l’intenzione era quelle di mettere «al centro la cultura e la biblioteca, cuore pulsante della comunità e motore di sviluppo del territorio», perché, oltre ad aver messo "in attesa" la nuova biblioteca, in questi 4 anni non si è pensato di dotarla di un nuovo bibliotecario, utilizzando risorse interne opportunamente formate? In fin dei conti più volte in questi anni si son visti travasi di dipendenti da un settore all’altro (ne cito uno per tutti: un’urbanista dell’Ufficio tecnico passata a gestire il Servizio affari generali...), e quanto alla formazione poteva avvenire anche in modo graduale e sul campo – come immagino accada per gran parte degli “operatori” delle cooperative.

Personalmente tutto questo trasporto nei confronti della cultura continuo a non vederlo. E basta leggere l’ultima frase per capire che non c’è pianificazione, ma è tutto affidato all’improvvisazione e alla generosità di qualche privato o associazione disposti a “donare” un evento. Quella frase si lega infatti a quest’altra, contenuta nell’email con la quale la biblioteca, il 30 gennaio scorso, comunicava i risultati del concorso di idee per l’intitolazione del centro culturale “dei desideri” a Tina Merlin:

La Sindaca lancia un appello a chiunque, singolo o associazione, voglia contribuire con idee ed iniziative alla cerimonia di inaugurazione, la cui data sarà fissata a breve.

La traduzione in lingua corrente penso siate in grado di farvela da soli…

Chiudo con un commento ad un appello simile contenuto in chiusura dell’email di invito all’inaugurazione della nuova biblioteca:

Tra gli spazi da rinnovare anche l’area esterna per la quale l’Amministrazione comunale cerca sponsor disponibili a finanziare l’acquisto o a fornire i materiali per ridisegnare l’area sosta esterna alla biblioteca, con la realizzazione di un’area per biciclette, panchine e un’area verde, nonché per manutentare la fontana ad anfora presente in piazza San Michele.

Leggo e mi chiedo: e quel finanziamento da 100 mila euro per la sistemazione dell’area esterna alla futura nuova biblioteca che a fine 2013 la giunta ha usato come testa d’ariete per sfrattare i corsi di musica dell'associazione Diapason&Naima dalla “casetta” dietro l’ex municipio, dov'è finito? Per quanto tempo dovremo ancora vederlo i piedi quel monumento alla parzialità della politica altinate?

E pensare che se avessero accolto la nostra proposta di ristrutturarla a spese dell’associazione, quella “casetta”, a quest’ora il “centro culturale” (nel senso di centro del paese a vocazione culturale) avrebbe molta più concretezza del fantasioso centro culturale (inteso più banalmente come edificio) da 2 milioni di euro che viene usato a ogni occasione come fumo negli occhi per elettori disattenti e dalla memoria corta.

6 commenti:

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  2. [rispondo con due post data la limitazione di caratteri imposta dal blog]

    POST NUMERO 1

    Caro Mirko,
    ho letto con attenzione questo tuo articolo e mi pare che, per voler mettere in evidenza tutto quello che non ti vede concorde con l'operato dell'attuale giunta, tu abbia completamente ignorato quanto di buono c'è in quello che è stato fatto.
    Penso che criticare e argomentare le proprie posizioni sia positivo e salutare, a patto però che si abbia l'onestà di ammettere anche ciò che vi è di positivo nella situazione che si sta analizzando.

    Come bibliotecario (perché questo effettivamente sono, indipendentemente dal fatto che nel contratto ci sia scritto “operatore bibliotecario”) ho il compito, insieme alle mie colleghe, di far funzionare la biblioteca, ovunque gli amministratori scelgano di collocarla e comunque scelgano di gestirla. Per questa ragione ritengo corretto non esprimere la mia opinione sulla decisione di posizionare la biblioteca nell'ex municipio anziché nell'attuale nuovo municipio.

    Quello che però mi preme chiarire, visto che tu non ne hai fatto il minimo cenno, è ciò che la nostra comunità ha guadagnato con l'apertura della nuova biblioteca.

    Innanzitutto è fondamentale mettere in chiaro che la precedente sede era arrivata ad un punto di saturazione tale che il trasloco non fosse più rinviabile. Avevamo sfruttato ogni spazio disponibile e una nuova acquisizione di libri ci avrebbe costretti ad inscatolare e chiudere in un magazzino, sottraendola alla fruizione, un'altra fetta del patrimonio librario esistente. E questo dopo che già una importante parte dei nostri libri, costituita dalla collezione locale (le opere sulla storia Veneta) e dalle opere di consultazione (in totale circa 1500 volumi), giaceva in deposito comunale dall'agosto del 2008 (prima delle ultime elezioni).

    Nella nuova sede abbiamo a disposizione uno spazio triplo rispetto alla precedente ubicazione e abbiamo potuto posizionare in un'apposita sala la collezione locale e le opere di consultazione che consentiranno finalmente agli studenti di effettuare ricerche scolastiche senza limitarsi ad usare internet ma affiancandovi altre autorevoli fonti.
    Inoltre abbiamo finalmente potuto disporre tutti i libri ad un'altezza raggiungibile dagli utenti senza l'ausilio di scale. Potrà sembrare banale ma i libri collocati più in alto, nella vecchia sede, avevano un tasso di prestito decisamente più basso rispetto ai libri più accessibili.

    Un'altra importante innovazione è che i più giovani lettori, bambini e ragazzi, hanno oggi uno spazio dedicato interamente a loro e nettamente separato dalle sale riservate agli adulti e agli studenti che necessitano di silenzio.
    I punti di lettura e studio, che nella vecchia sede erano soltanto tre, oggi sono ben diciotto con tavolo (26 contando anche i posti per bambini), più altre postazioni con sedie e poltroncine. A breve sarà disponibile anche un “baby pit stop”, ossia una poltrona dove sarà possibile per le mamme allattare i neonati, ed è già pronto un fasciatoio per poterli cambiare.

    Quanto prima la biblioteca verrà dotata di quattro postazioni internet fisse e gratuite, più la connessione wi-fi gratuita per tutti gli utenti.

    Mi pare che tutto ciò rappresenti veramente un gran passo avanti per il nostro Comune!

    [PROSEGUE]

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  3. POST NUMERO 2

    La scelta di riutilizzare i mobili esistenti e di affiancarvi altri mobili usati di diverse provenienze, soluzione da me fortemente caldeggiata in fase progettuale, non ha assolutamente precluso la pregevolezza estetica degli ambienti. Tutti gli utenti e i colleghi di altre biblioteche che hanno visitato la nostra nuova sede in questa prima settimana di lavoro l'hanno trovata molto accogliente e ben strutturata.
    E mi hanno fatto particolarmente piacere i complimenti ricevuti dai responsabili della ditta di traslochi, i quali hanno elogiato la qualità dei nostri mobili e la nostra scelta di riutilizzarli, quando molte amministrazioni ed altri enti, ci è stato da loro riferito, preferiscono dilapidare capitali per acquistare mobili moderni ma di qualità più bassa, per mere (e, aggiungo io, presunte) ragioni estetiche, destinando alla discarica mobili ancora in ottimo stato.

    Detto questo, che mi sembrava essenziale chiarire e sbagliato omettere, ci tengo a dirti che sono d'accordo con te riguardo l'inadeguatezza delle risorse destinate alla gestione della nuova sede, e mi auguro che si possa fare al più presto qualcosa per potenziarle.

    Tuttavia, non trovo condivisibile l'ipotesi da te proposta di utilizzare lo strumento della mobilità interna. Prima di tutto perché il personale del nostro Comune è sempre più ridotto, e non penso ci sia un ufficio da cui si possa spostare una persona per collocarla in biblioteca. E seconda cosa (seconda non certo per importanza), perché ritengo che per fare il bibliotecario sia oggi necessaria una preparazione specifica, che non consiste tanto nelle competenze in materia di catalogazione, che si possono acquisire anche seguendo appositi corsi di formazione e poi sperimentando sul campo, quanto in una buona conoscenza generale della letteratura e nella dimestichezza con i libri che soltanto una laurea in materie umanistiche può garantire. Requisito che io e i miei colleghi delle varie cooperative possediamo nella stra grande maggioranza dei casi.
    L'idea che ancora oggi un qualsiasi impiegato comunale possa fare il bibliotecario dopo una breve formazione mi pare antiquata e mi sorprende che sia proprio tu a proporla, ricordando che in passato e nel corso dei nostri comuni studi letterari abbiamo sempre criticato l'inadeguatezza culturale di certi bibliotecari di altri tempi, quando il percorso di studi non contava nulla e un qualunque diplomato in scuole tecniche poteva addirittura dirigere una biblioteca pubblica.
    L'esternalizzazione dei servizi bibliotecari (e non solo) è oggi una realtà diffusissima e sicuramente le tipologie contrattuali che la regolano vanno profondamente riformate, ma questo non è un problema dei comuni quando della politica nazionale.
    Ti faccio due esempi che penso siano più che eloquenti: uno dei principali referenti veneti dell'Associazione Italiana Biblioteche, come pure la collega del coordinamento tecnico del Polo bibliotecario regionale Veneto che tiene i corsi di formazione a tutti gli altri bibliotecari, sono entrambi impiegati di cooperativa come il sottoscritto. Quindi ad un massimo grado di competenza tecnica non corrisponde un contratto di lavoro adeguato. Anche loro, come me, contrattualmente risultano “operatori bibliotecari” ma è evidente che sono bibliotecari a tutti gli effetti e con la B maiuscola, molto più di quanto lo sarebbe un impiegato proveniente da un qualsiasi ufficio comunale.

    Credo di aver detto tutto quello che mi premeva di dire e spero di non essermi dilungato più del dovuto.
    Chiudo dicendo che tutto è migliorabile e nulla sarà mai perfetto e metterà mai tutti d'accordo, ma adesso che abbiamo guadagnato una nuova biblioteca, penso sia utile cercare di godercela e, ciascuno nel suo ruolo, di contribuire al meglio nel farla funzionare.

    Ti saluto e spero di vederti quanto prima in biblioteca con tutta la tua famiglia.

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  4. Caro Roberto, al tuo commento va sicuramente il merito di aver presentato la nuova biblioteca dal punto di vista “tecnico-funzionale”; cosa che io non ho fatto non per faziosità o mancanza di onestà intellettuale ma semplicemente perché il post è stato scritto nei giorni precedenti l'inaugurazione, sulla scorta dell’invito ricevuto il 12 febbraio, quindi prima che potessi vederla. Ma il punto è che la mia attenzione era rivolta altrove, e cioè al percorso che ha portato solo oggi all'inaugurazione della nuova biblioteca, e specialmente al rapporto nuova Bilioteca/nuovo Municipio; quindi anche se l’avessi vista prima, poco sarebbe cambiato nei contenuti del mio post. Per il resto ci mancherebbe che la nuova biblioteca fosse peggio della vecchia! E ci mancherebbe che io fossi contrario alla sobrietà del riuso dei mobili (che tra l'altro tu stesso ammetti essere stata una soluzione DA TE fortemente caldeggiata...)! L'avessero applicata anche per l'allestimento del nuovo municipio, avremmo risparmiato un bel po' di soldi. E sfido chiunque a dire che ho scritto il contrario.

    Quanto alla questione della mobilità interna etc. non dico che l’ipotetico dipendente comunale in questione avesse dovuto fare per forza il "bibliotecario" (ovvero quella figura professionale che so perfettamente deve unire alle conoscenze biblioteconomiche di catalogazione etc. quelle umanistico-letterarie), ma avrebbe comunque costituito un supporto all'operatore "esperto", permettendo per es. di garantire un orario di servizio più esteso o di fare davvero della biblioteca il fulcro delle attività culturali del paese (cosa che invece non è perché non ha le forze per poterlo essere). Tu stesso dici che alcuni punti di riferimento della biblioteconomia italiana sono risorse esterne alla PA, che magari dirigono dipendenti pubblici non altrettanto pereparati.

    Concludendo, la questione della nuova biblioteca così come l’ho affrontata io può essere paragonata (fatte le dovute proporzioni) alla polemica che ha accompagnato l’inaugurazione del nuovo museo di Altino. Non basta che il nuovo museo sia venuto bene a far dimenticare i 30 anni di scandaloso ritardo con cui l’hanno portato a termine – e, aggiunto, l’apparente mancanza di un piano di rilancio del sito. Come ho scritto altrove in questi giorni proprio sulla sica della pubblicazione del mio post, preferisco morir di sete vedendo il bicchiere mezzo vuoto (e cercando di capire perché è mezzo vuoto) piuttosto di finire ubriaco a suon di vederlo mezzo pieno, e specie su questioni che seguo da quasi vent’anni.

    Concludendo davvero, mi ha fatto molto piacere ricevere la tua replica. In pochi lo avrebbero fatto – tra cui due rompi balle come noi :-) Ci si vede presto tra i libri, allora!

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  5. 1. Ho ritenuto opportuno indicare quelli che secondo me sono aspetti positivi e ho incluso anche il riciclo dei mobili, senza insinuare che tu non fossi d'accordo. Inoltre, anche se la proposta fosse partita da me, considero positivo che sia stata accettata, così come è stato positivo che sia stato accettato dagli amministratori di non tagliare gli alberi antistanti la biblioteca come avevano proposto i progettisti! Non è per niente scontato che gli amministratori ascoltino i dipendenti e i cittadini, come dovresti ben sapere. E di certo non tutti lo avrebbero fatto. Quindi, quando accade, per me è bene sottolinearlo e non ignorarlo.

    2. Sull'uso delle risorse interne, per favore, non prendiamoci in giro. Tu hai scritto: “in questi 4 anni non si è pensato di dotarla di un nuovo bibliotecario, utilizzando risorse interne opportunamente formate”.
    Poi nella replica cambi e dici che questo fantomatico impiegato comunale può non essere il bibliotecario ma solo un supporto a un dipendente di cooperativa più specializzato (che comunque hai sottolineato essere scorretto chiamare “bibliotecario” - quindi continueremmo ad avere una biblioteca senza un “vero bibliotecario” e non risolveremmo il problema che hai posto).
    Ma allora, se l'ipotesi corretta è quella che hai scritto nella replica: per un semplice supporto vanno benissimo i lavoratori socialmente utili, scelta che evita di sottrarre un altro impiegato al comune e dà un'occupazione (che può durare anche fino a tre anni, se non sbaglio) a qualcuna delle tante persone che oggi si trovano in mobilità.
    Questa è esattamente la soluzione che ha scelto la giunta: e che io comunque non condivido ma, se non si può fare di meglio, mi tocca accettare.

    Se per caso avessi trovato anche un minimo punto di accordo tra te e la giunta (non sia mai!!!) fammelo sapere, così mi gioco i numeri di oggi al lotto e così potrò continuare a fare “l'operatore di biblioteca” con maggiore tranquillità alle spalle! :D

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  6. 1. Hai ragione, ed è triste constatare che ci sono amministratori pubblici che ascoltano dipendenti e cittadini in modo selettivo, e non soltanto entrando nel merito delle proposte. Lo so perfettamente per l'esperienza di minoranza/opposizione fatta con il gruppo "per quarto" e per quella socio-culturale fatta con l'associazione Diapason&Naima.

    2. Hai ragione, in quel passaggio dell'articolo mi sono espresso in modo impreciso: con "bibliotecario" intendevo un dipendente comunale destinato in modo permanente alla biblioteca. Il tuo commento mi ha dato modo di correggere il tiro. Non sono invece d'accordo con la tua contro deduzione: l'impiego degli RSU ci farebbe tornare a quando la biblioteca era in mano agli obiettori (e ne so qualcosa...): via uno, sotto un altro, e quello che ti capita ti capita. La biblioteca per me NON È un servizio di serie B, e spero che questo si sia capito, perché comincio ad avere qualche dubbio in proposito... Questa è la scelta che fatto QUESTA giunta, come quella di dedicare risorse economiche per un solo operatore/bibliotecario: io avrei fatto diversamente.

    Quanto ai punti di accordo tra me e la giunta/maggioranza, non occorre fare ironia. Personalmente ero partito con i migliori propositi possibili, ma a quanto pare ci sono "affronti" che qualcuno non è stato in grado di digerire. La parte del beco e bastonà non mi si addice, dovresti saperlo. Quindi per ora ti conviene rinunciare al lotto e provare col gratta&vinci... ;-)

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