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lunedì 10 novembre 2014

Quando a prenderti per il culo sono le istituzioni (e specialmente il tuo comune)

Un cartello di sosta a tempo esposto in assenza di specifica ordinanza del Comune. L'Amministrazione che, invece di scusarsi con i residenti, corre goffamente ai ripari emettendo l'ordinanza con due mesi di ritardo. E questa sarebbe l'"Arte di amministrare" che vorrebbero insegnarci...

Sentirsi presi per il culo è brutto, e lo è particolarmente quando a farlo è chi, per Statuto (Art. 1 Comma 4), dovrebbe «con metodo democratico, secondo principi di partecipazione, trasparenza, solidarietà e programmazione, progettare e promuovere la qualità della vita per i cittadini».

Non sto parlando dello Stato, per ormai assodata definizione distratto e distante dalle vere esigenze dei cittadini. Sto parlando del mio Comune, il Comune di Quarto d’Altino, in cui sono nato e cresciuto, e in cui vivo e lavoro.

Non è la prima volta che succede, e qui mi limito a ricordare la questione del bando per la realizzazione del sito del Comune (di cui ho parlato nel post Stucco e pittura) e il tira e molla assurdo che ha portato l’associazione di cui sono presidente (la Diapason&Naima) a impegnarsi contro voglia a versare al Comune circa 8500 euro di tariffe arretrate (che nessuno in 5 anni aveva mai chiesto, compresa questa amministrazione) per l’utilizzo dell’ex sede dei corsi di musica, come se i 10mila euro che in quegli stessi anni l’associazione ha speso in eventi gratuiti sul territorio non avessero alcun valore economico né socio-culturale.

Questa volta, però, abbiamo superato i limiti dell'assurdo. Sentite perché…


Circa un mese fa pubblicavo sul mio profilo Facebook questo post:
Il fatto che il Comune di Quarto d’Altino, solitamente così pronto a intervenire se tirato in ballo, non abbia risposto subito alla mia domanda avrebbe dovuto farmi insospettire. E infatti...

Infatti un paio d’ore dopo mia moglie mi chiama e mi dice che, mentre si trovava a spasso con nostra figlia lungo via Stazione, ferma un vigile e gli chiede come mai ogni tanto non si fanno un giro in via Concordia, visto che nonostante da più di un mese ci sia il cartello di sosta a tempo, nessuno, a parte noi residenti, lo rispetta.

Risposta: «In via Concordia non possiamo fare controlli perché manca l’ordinanza».

Temendo che mia moglie avesse capito male o che il vigile si fosse espresso male, chiedo a Fabiana Bergamin – il nuovo consigliere comunale del gruppo di opposizione “per quarto”, di cui faccio parte – se cortesemente può richiedere all’ufficio competente una copia delle ordinanze relative alle soste a tempo in prossimità della stazione ferroviaria emesse fino a quel momento.

La richiesta viene inoltrata il 16 ottobre. La risposta arriva il 5 novembre. E cosa scopro?

Scopro non solo che l’ordinanza in effetti non era mai stata emessa, ma che sentendosi presa in castagna, l’amministrazione era corsa ai ripari facendo emettere dalla Polizia Locale l’ordinanza il 28 ottobre, ovvero due mesi dopo l'installazione dei cartelli (avvenuta il 3 settembre)!
Provate voi a esporre un cartello di passo carrabile non autorizzato, e vedrete cosa succede: verrete accusati di aver esposto un cartello abusivo e di conseguenza sanzionati.

E se a farlo invece è un Comune? Ho provato a cercare in internet, ma non ho trovato nessun caso simile (e già questo la dice lunga…).

Quello che ho trovato, invece, è la conferma che ogni segnale stradale, ai sensi degli artt. 6 e 7 del codice della strada, deve essere apposto in seguito a specifica ordinanza dell'ente proprietario della strada (nel caso delle strade comunali con ordinanza del sindaco). L’apposizione del segnale serve infatti a informare diffusamente gli automobilisti dell’esistenza dell’ordinanza, e quindi del divieto, ma questo ovviamente dopo che l'ordinanza è stata emessa. Logico, no!? A quanto pare non a Quarto d’Altino.

Morale, per due mesi noi residenti – che di quella sosta a tempo avevamo fatto richiesta durante un incontro tenutosi il 2 luglio 2014 – non avendo ancora ricevuto l’ok per ritirare l’autorizzazione alla sosta, prevista in questi casi, ci siamo impegnati a rispettarlo, quel divieto, mentre gli utenti della stazione ferroviaria hanno continuato a ignorarlo, visto che “voci di marciapiede” rassicuravano sul fatto che «tanto i vigili non passano».

Cosa possiamo dire, ora, se non che per due mesi siamo stati presi per il culo?

Il fatto poi che l’amministrazione – messa a nudo dal mio post e sotto la pressione della richiesta di “per quarto” – abbia fatto emettere l’ordinanza in tutta fretta, copre ancor più di ridicolo l’intera vicenda.

La domanda che pongo a chi mi legge – anche di nascosto – sorge spontanea: è forse questa “L’arte di amministrare” che l’amministrazione – e il PD – vorrebbe insegnare ai propri cittadini con i laboratori che inizieranno questa settimana, e di cui i nostri amministratori saranno parte super-attiva?

Come diceva Sora Lella (alias Elena Fabrizi): «Annamo bbène! Proprio bbène!».

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