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mercoledì 29 dicembre 2010

OpportuniTAV

Ecco come la TAV potrebbe ufficialmente impattare su Quarto d'Altino: con due viadotti in cemento armato da 2 km l'uno...


Eh be', insomma:
il treno è sempre il treno, eh!
(Renato Pozzetto)

«La mattina del 22 dicembre 2010 Rete Ferroviaria Italiana ha consegnato agli uffici regionali della Direzione Infrastrutture le carte del Progetto Preliminare dell’Alta velocità ferroviaria da Venezia a Trieste.» Inizia così il post pubblicato sulle pagine del sito Ferrovie a Nordest, l'osservatorio permanente (e indipendente: niente a che fare con Trenitalia, RFI, sindacati...) sulla mobilità ferroviaria della macro-regione in cui viviamo.

Questo significa che finalmente possiamo sapere quale sarà – da qua a vent'anni – il probabile destino  del nostro territorio, visto che – nonostante le rassicurazioni della politica locale – il famigerato "tracciato basso" elaborato da RFI su chiaro indirizzo della Regione Veneto (Deliberazioni della Giunta Regionale n. 1816 del 13 giugno 2006 e n. 1083 del 17 aprile 2007) attraverserà in pieno il nostro comune tra il capoluogo e Trepalade – incrociando lo Zero, il Sile e la via Claudia Augusta – e lo lambirà nuovamente sul confine con Musile – incrociando la Fossetta e la Triestina, per poi proseguire parallelamente alla "jesolana" – come si può vedere dalla cartina che segue.


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Ma non è tutto. In entrambi i casi il grado di impatto paesaggistico sarà il massimo che si può avere in aperta campagna, in quanto, dovendo attraversare da un lato due fiumi (Zero e Sile) e un'area archeologica (la Claudia Augusta), dall'altro un canale (la Fossetta) e una strada provinciale (la Triestina), il progetto prevede che in questi due punti la linea corra sopra due viadotti rispettivamente di 2,6 e 2 km.

In azzurro il tracciato della TAV, in rosso i due viadotti altinati
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Il motivo ve lo spiego con le parole di Michele Pinardi, specializzato in rilievi topografici ed elaborazioni cartografiche:

Le nuove linee non potranno avere gli stessi dislivelli presenti sui binari dei treni attuali. Per superare un fiume o un'autostrada non basterà più un semplice ponte che collega le 2 sponde, la pendenza sarebbe troppo pericolosa per i nuovi treni. Con la TAV l'innalzamento della quota dei binari avviene in maniera gradualissima altrimenti a certe velocità ci sarebbe il rischio di deragliamento dei vagoni.

Seguono alcune foto scattate lungo il viadotto che supera il fiume Panaro nella tratta ad alta velocità Bologna-Verona «per far capire questo aspetto e cercare di rendere visibile le reali dimensioni di questa opera» – conclude Pinardi.

Ecco le più eloquenti. Le altre le trovate sul suo sito. Difficile pensare che i viadotti previsti lungo la Venezia-Trieste saranno differenti da questi...

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Eppure durante il consiglio comunale dell'8 novembre 2010, in risposta all'interrogazione orale presentata dal consigliere Simionato (Richiesta informazioni sul tracciato T.A.V. nel territorio di Quarto d'Altino) il sindaco Marcassa affermava:

ho parlato anche oggi con l'Assessore Chisso perché è l'unico Assessore interessato a questo perché al di là di quello che è stato pubblicato sui giornali non c'è nulla. [...] Chisso mi ha detto che nel giro breve di una decina di giorni ci convoca. Quarto d'Altino mi dice non so neanche se ti convoco perché non sei interessato, sembrerebbe che non passi là, io ho detto però il tracciato Quarto d'Altino tu lo attraverso. [fonte: Trascrizione integrale della seduta consigliare del 8 novembre 2010]


In quegli stessi giorni l'assessore Chisso rispondeva a un giornalista che gli chiedeva cosa ne pensasse dell'ipotesi di tracciato pubblicato da Ferrovie a Nordest (ricostruita sulle dichiarazioni ufficiali del Viceministro Castelli) più o meno con queste parole: «non è altro che un segno su un pezzo di carta». Confrontate voi stessi l'ipotesi di Ferrovie a Nordest con il progetto preliminare di RFI: sono identici.

Non entrerò nel merito dei possibili tracciati alternativi o sull'effettiva utilità e sostenibilità economica di un'ipotetica futura linea ad Alta velocità. Lo hanno già fatto con sguardo oggettivo e dovizia di particolari i redattori del succitato Ferrovie a Nordest, i quali nella sezione Approfondimenti del loro sito hanno scritto pagine davvero illuminanti (che vi consiglio vivamente di leggere) non solo riguardo al tracciato autostradale, alternativo a quello "basso", ma anche riguardo alle alternative in assoluto alla TAV, facendo inoltre chiarezza su due questioni fondamentali: il significato dei due concetti di Alta velocità e Alta capacità, e la possibilità/convenienza di far correre i treni merci su una linea per l'Alta velocità.

Quello su cui mi preme focalizzare l'attenzione è la confusione totale sulla questione che si è creata da quando è saltato fuori il casus belli del tracciato "basso", circa a metà ottobre. Un caos che la politica – e in primis l'assessore regionale ai trasporti –  non ha assolutamente cercato di arginare e che, anzi, ha contribuito ad alimentare continuando a dichiararsi all'oscuro di quanto RFI stava progettando. Basta dare un occhio alla quantità di articoli usciti sui quotidiani locali nell'ultimo mese e mezzo e a quelli che stanno uscendo in questi giorni, e alle contraddizioni che vi si leggono.

Pare infatti che adesso tutto ruoti attorno alla cosiddetta "fermata delle spiagge", grande assente del progetto preliminare. Ora, a parte che gli indirizzi della Regione del 2006 e 2007 non la prevedevano (o quanto meno non in modo esplicito), possibile che nel frattempo nessuno abbia dato un occhio alla progettazione di RFI, visto il marasma mediatico che si stava sviluppando? O forse quella fermata avrebbe compromesso ulteriormente la bontà del progetto agli occhi della commissione europea? (E se non passa il progetto... no riva i schei.)

Perché c'è da dire che già per come si presenta adesso, il tracciato potrebbe far storcere il naso alla commissione, per via delle numerose curve, notoriamente nemiche dell'alta velocità. Lo sapevano i romani quando hanno costruito la Claudia Augusta; lo sapevano i progettisti austro-ungarici quando a metà Ottocento hanno progettato la ferrovia Trieste-Venezia; e lo sapeva anche chi, nel secondo dopoguerra, ha progettato e realizzato l'autostrada Venezia-Trieste.

Qualcuno dirà: certo, loro non avevano da lottare con gli spazi angusti della cosiddetta "città continua" che ci ritroviamo ora, né con la recente fissazione ambientalistica della "salvaguardia del territorio". Ma l'Italia (e specialmente la pianura padana) non è la Spagna, la Francia, la Germania, dove tra una città e l'altra possono correre anche decine di chilometri di nulla, e quel poco di territorio che è rimasto ancora intatto sarà bene che nei prossimi decenni ce lo teniamo stretto...

Per non lasciarci anche questa volta con l'amaro in bocca, e ricollegandomi al titolo del post ("OpportuniTAV", ovvero la linea ad alta velocità come una delle opportunità di sviluppo che il nostro territorio – quale? il Nordest, il Veneto o Quarto d'Altino? – non dovrebbe lasciarsi scappare, stando almeno a quanto sostiene chi ci governa, o come ha detto durante un recente incontro pubblico l'ex sindaco di Quarto Francesco Borga), e specialmente all'epigrafe iniziale, vi invito a vedere questa scena tratta da un film cult degli anni '80, che mi è tornata in mente leggendo un commento dell'amico Luca alle affermazioni di chi sostiene che il tracciato "basso", con la fantomatica "fermata delle spiagge", valorizzerebbe anche Eraclea e Caorle: «cos'è, fanno una stazione anche lì? oppure i turisti verranno a frotte per vedere passare il treno?».

2 commenti:

  1. Ciao Mirko,

    mi complimento per il blog e ti ringrazio per il "rilancio" del nostro sito; due soli commenti su quanto scritto:
    - la questione delle pendenze non è dovuta a problemi di sicurezza, ma di potenza dei convogli; il rischio non è che i treni deraglino, semmai che ...arranchino in salita!
    - purtroppo per Quarto d'Altino, sia con il tracciato "basso" che con quello autostradale, il tratto in viadotto su via Claudia Augusta fino al Sile farà parte del progetto, perchè non c'è altro corridoio in cui passare con una linea sufficientemente rettilinea. Come alternativa, si potrebbe chiedere che il tunnel sia prolungato fino a Ca' Tron. Discorso da approfondire...

    Saluti e auguri di Buon Anno a tutti,

    Davide - FNE

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  2. Ciao Davide.

    Grazie per i complimenti e per le precisazioni. E complimenti a voi per il lavoro che avete fatto e state facendo col vostro sito!

    Quello che dici sull'inevitabilità (a meno del tunnel fino a Ca' Tron) del viadotto tra lo Zero e il Sile è vero, quindi non c'è da stare allegri, specie per Quarto e Roncade, anche se si dovesse tornare sul tracciato autostradale – e soprattutto non c'è da starsene con le mani in mano.

    Più che sul tunnel secondo me bisognerebbe puntare sulla modernizzazione e sul potenziamento della vecchia – ma non per questo da buttare – linea austro-ungarica Trieste-Venezia, come suggerite anche voi in un vostro articolo recente.

    Sempre che ci sia la reale volontà (oggi) di realizzarla (domani) questa TAV, e che invece il finanziamento europeo non serva per coprire qualche buco di bilancio (oggi), lasciando ai posteri la matassa da sbrogliare (domani)...

    Ma si sa: con le opere pubbliche, così come con l'edilizia, vale la stessa legge infernale (e da verificare se effettivamente reale) che vige per il mercato in generale: se consumi e produci in modo critico – e quindi meno – l'economia smette di girare, e questo – dicono – non va bene...

    Tanti auguri anche a voi!

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