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sabato 27 novembre 2010

Che note quella notte...

CRONACA DI UN EVENTO CULTURALE ANNUNCIATO, MA DAI RISULTATI INASPETTATI. OVVERO: COME FARE BENE CON POCO.





Che notte, che notte quella notte!
Se ci penso mi sento le ossa rotte

(Fred Buscaglione)


Dire che Note al museo – l'evento organizzato dall'associazione culturale Diapason&Naima e dal Museo di Altino che si è svolto sabato 20 novembre – è andato molto bene è limitativo, o quanto meno non rende l'idea del valore "morale" che sta alla base di questo successo.

Infatti, se portare 400 persone in una sera d'estate sugli scavi di Altino per un concerto-tributo a Fabrizio De André può esser sembrato ai più un risultato "facile" (perché era estate, perché nel 2009 ricorreva il decennale dalla morte del grande "Faber", ma c'è anche da dire che il concerto iniziava alle 22, che era domenica e l'indomani la gente lavorava, e che aveva piovuto quasi tutto il giorno...), altrettanto facile non ci sembrava riuscire a invogliare la gente a partecipare numerosa ad un concerto che si sarebbe tenuto al chiuso del museo in una fredda serata di fine novembre.

Ma così aveva deciso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali: 20 novembre "Musei in musica": apertura straordinaria e gratuita dei musei dalle 20 alle 2 di notte e musica per tutti. Pazienza se a Roma sarà una tiepida serata d'autunno mentre ad Altino ci saranno 5 gradi e una nebbia da finire nel Silone. È a Roma che si concentra il maggior numero di musei nazionali d'Italia, quindi... Ubi maior minor cessat.

È con questa preoccupazione – ma non con queste parole... – che a inizio ottobre mi chiama la dottoressa Tirelli, direttrice del Museo di Altino, chiedendo il nostro aiuto.


L'idea di invitare un nome di richiamo la scartiamo subito: il ministero non ha soldi da mettere, il comune manco che manco, l'associazione deve pensare a "metter su casa" a breve... Quindi?

Decidiamo di far suonare gli insegnanti dei corsi di musica: una risorsa preziosissima, su cui come associazione abbiamo la fortuna di poter contare non solo in quanto ottimi didatti, ma anche come musicisti navigati, con numerosi progetti musicali e concerti alle spalle.

Veloce giro di telefonate e la macchina organizzativa si mette in moto. Valerio lancia l'idea (viste le dimensioni ridotte del luogo) di impostare il concerto in forma di duetti "voce + strumento", alternando sul palco una decina tra musicisti e cantanti.

Durante un incontro al museo con la direttrice e Francesca, la sua nuova assistente, propongo (su input di Stefano) di non limitare l'evento al dopo cena, ma di iniziare nel tardo pomeriggio con una visita guidata gratuita al museo seguita da un aperitivo musicale, per poi continuare la sera con il concerto più corposo, seguito a sua volta da una visita guidata "notturna". L'idea piace alla direttrice, e Francesca si mette a disposizione per fare da Cicerone (è proprio il caso di dirlo...).

Per completare il puzzle mancava un tassello che unisse il programma pomeridiano a quello serale. Quale idea migliore di chiedere a Renata e Marisa, gestrici del ristorante "le Vie" (che è proprio dietro al museo) se gli andava da un lato di organizzare una cena a tema da inserire nel programma della serata, dall'altro di offrire e organizzare l'aperitivo in museo? Detto, fatto.

Ora, per fare tutto questo ci avrò messo si e no 4 ore, comprese due "trasferte" ad Altino. Più o meno lo stesso ci avrò messo per realizzare volantini e locandine, che sono stati distribuiti per tutta Quarto grazie alla collaborazione di un paio di allievi e di Enrico. Pubblicità per la quale l'associazione ha pagato circa 200 euro (poco niente). Parallelamente, sfruttando qualche buco tra una lezione e l'altra, gli insegnanti si sono organizzati per provare i brani da eseguire, coordinati da Valerio.

Sull'altro versante, il museo – tra le altre cose – ha fatto richiesta delle sedie al comune, ha adempiuto alle pratiche di SIAE col Ministero, ha promosso l'evento presso la stampa e la rete dei musei provinciali, mentre Renata e Marisa si sono organizzate per l'aperitivo e la cena.

Nel frattempo iniziavano ad arrivare le prenotazioni per la cena (posti esauriti a cinque giorni dall'evento...), le richieste di informazioni sul concerto e sulla visita guidata.

Insomma: arrivano le 17.30 di sabato e fuori dal museo ci saranno un centinaio di persone (99 per l'esattezza, lo attestano i biglietti strappati) pronte a iniziare la visita guidata. Francesca non sa se essere più felice per l'esito dell'iniziativa o più preoccupata per la gestione di un numero di visitatori troppo grande per un museo dagli spazi purtroppo ancora così ristretti, tant'è che è costretta, per farsi sentire da tutti, a usare il microfono...

Durante l'aperitivo musicale (aperto a suon di jazz dal Federico Maniero e Andrea Fiori e chiuso dal duetto "chitarra + voce" composto da Gian Paolo Todaro e Monica Tavarner) comincia ad animarsi anche l'esterno (nel frattempo ha aperto anche il bar del centro "le Vie") e il museo diventa un tutt'uno con la piazza di Altino. La serata è piacevole, nonostante qualche goccia di pioggia, e l'illuminazione del lungo porticato a ferro di cavallo che chiude la piazza rende l'atmosfera ancora più magica...

In perfetto orario con il programma, alle 19.30 ci trasferiamo in ristorante, dove ci aspetta una squisita cena a base di soppressa, polentina, radicchio tardivo, crema di zucca e gorgonzola, risotto al radicchio rosso e strudel fatto in casa. Anche qui l'atmosfera è molto bella e calda (complice il caminetto acceso...): sembra di stare in famiglia...

Il concerto serale inizia alle 21.45 con il museo pieno: 117 persone contro i 70 posti a sedere... Purtroppo in molti sono costretti a restare in piedi, ma la cosa per ora sembra non costituire un problema.

Cominciano Valerio Vaiarelli e Barbara Belloni, con una versione per piano e voce (e che voce...) di Back to black di Amy Winehouse e una ancor più originale per basso e voce di True colors di Cindy Lauper. Seguono tre brani inediti di Valerio (che nel frattempo ha imbracciato la chitarra, da bravo polistrumentista qual è) suonati e cantati con Antonio Zaccaria alla chitarra elettrica (i primi due) e Francesco Clera alle percussioni (l'ultimo). Grazie a un uso sperimentale della loop station (un sistema che permette di registrare dal vivo e mandare in "loop", in ripetizione continua, gli strumenti e i microfoni collegati) Mauro Stella e Luisa Pasinetti introducono – tra un E la luna bussò e un omaggio alla dance degli anni '80-'90 – alla musica elettronica del duo composto dai fratelli Enrico e Nicola Lucchese, accompagnati alla chitarra (nella seconda canzone, La sua natura) da Dario Candelù. Infine Gian Paolo Todaro e Chiara Maccatrozzo (chitarra e voce) chiudono la serata con tre canzoni tratte dal repertorio italiano per voce femminile più un inedito di Chiara (Sola).

Due ore di musica continua, applaudita fino all'ultimo. Uno dirà: a mezzanotte meno un quarto, a concerto finito, la gente se ne sarà andata a casa. No: almeno una ventina di persone si sono fermate per la visita guidata "in notturna", sicuramente più tranquilla e godibile di quella pomeridiana. Persone più che altro "da fuori" (Mestre ma non solo), che hanno approfittato dell'occasione per venire a conoscenza del gioiellino che da 50 anni a questa parte ci troviamo in casa: il Museo Archeologico Nazionale di Altino, per l'appunto...

Morale (visto che all'inizio ho parlato di valore "morale"...): tutto è andato perfettamente perché ognuno ha fatto la sua parte senza troppi sbattimenti. Massimo del risultato col minimo sforzo e la minima spesa. E questo grazie alla sinergia tra realtà presenti sul territorio, senza andare a scomodare capitali (umani e finanziari) esterni.

Girano le... pale quando chi ha in mano i cordoni della borsa nazionale afferma che la gente non mangia cultura, o quando il nostro sindaco dichiara sulla stampa che il taglio di 137mila euro al nostro comune imposto dalla manovra finanziaria ricadrà gioco forza sulle associazioni e sulla cultura (Nuova Venezia del 29/6/2010: Tagli di 137 mila euro, Quarto darà meno contributi alle associazioni), però se in questi anni fosse stato fatto un lavoro diverso con le associazioni operanti sul territorio, di tessitura invece che di sfasciatura, eventi come quello di sabato scorso ad Altino sarebbero la regola, non una delle poche eccezioni che – per fortuna – ancora ci sono.

Perché sarà pur vero che la cultura non sfama la pancia, però sfama lo spirito e - cosa più importante – a livello locale sfama la necessità di recupero di un concetto che sta alla base del senso comunitario e identitario: la socialità.

2 commenti:

  1. Ciao Mirco, e un caro saluto a tutta la 'banda' Diapason & Naima.

    Ho paertecipato al bellissimo evento.

    Hai ragione con poco, tanto.
    E' il frutto della passione, della dedizione e dell'amore che anima tutti voi.
    Grazie per tutto quello che fate.

    Grazie anche alla direzione del nostro Museo, alla dotrtoressa Tirelli e alla competente e 'paziente' Francesca, che tra una spiegazione e l'altra, ha dovuto tenere a bada più di un 'biricchino' che si aggirava pericolosamente fra le antiche vestigia.
    E' stato bello vedere tanta gente vicina ad Altino.

    Un precedente impegno mi ha impedito di restare per la parte musicale, mi è dispisaciuto.
    Spero ci regalerete un'altra opportunità alla quale non mancherò.

    Un caro saluti a tutti.
    Maurizio Longato.

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  2. Ciao Mirko , sono Giulia, una ragazza di Quarto d'Altino. Tra due mesi mi dovrei laureare in progettazione e Gestione del Turismo Culturale. girovagando per il web in cerca di informazioni per la produzione della mia tesi triennale sulla Valorizzazione delle risorse archeologico-ambientali di Quarto d'Altino, sono capitata su questo blog. volevo farti i complimenti. è bello sapere che in un paese , un pò "strano" (mettiamola così) ci sia gente che si interessa e si impegna come te. è stato bello anche trovare che molte tue opinioni sono molto, molto simili alle mie. Questo paese può dare veramente tanto...ed è proprio quello che voglio dimostrare.
    Gobbo Giulia

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