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domenica 31 gennaio 2010

Istituto Comprensivo ODINO di Quarto d'Altino

L'altra sera (29 gennaio) l'attore romano Ascanio Celestini, chiudendo una puntata di Parla con me su Rai3 con uno dei suoi monologhi, ha ironizzato su una delle recenti "sparate" del ministro Brunetta. No, non quella sul sussidio da dare ai ragazzi perché se ne vadano di casa prima, ma quella sulla necessità di cambiare il primo articolo della Costituzione.

L'ironia di Celestini consisteva nel fatto che, secondo lui, quello che Brunetta mette in discussione non è il fatto che il nostro paese sia o meno una repubblica democratica fondata sul lavoro: quello che Brunetta mette in discussione è il suo nome: Italia. E come dargli torto – continua Celestini? Dato il periodo di crisi, perché non cedere a uno sponsor il nome del nostro Paese, come fanno ormai da anni le squadre di basket e di volley?

Manco farlo a posta, poche ore prima, sentendo per il telegiornale del caso di una scuola costretta a chiudere e a vendere i propri immobili a un istituto privato in quanto da tre anni non arrivano i fondi statali necessari al suo restauro, mi era venuta un'idea: perché, invece della scuola, non mettono in vendita il suo nome? E perché non farlo con tutte le scuole, visti i tagli continui alla scuola pubblica?



Di solito infatti le scuole portano i nomi di personaggi famosi, rappresentanti del genio italiano (per es. a Quarto abbiamo la Leonardo Da Vinci e la Amerigo Vespucci e avevamo, alle Crete, la Giovanni Pascoli). Ma se lo merita questo rispetto ossequioso un'Italia che alla scuola pubblica riserva – quando lo fa – le briciole del proprio bilancio?

Insomma: se qualcuno vuole fregiarsi del nome di una scuola, è giusto che paghi! E se lo Stato non intende farlo, via i nomi di poeti, pittori, politici che hanno reso grande il Paese; e se la Chiesa non intende farlo, via i nomi di papi, cardinali, patriarchi; siano invece i benvenuti quegli imprenditori o notabili locali che in cambio di una cospicua donazione annuale vorranno veder campeggiare il loro nome all'ingresso, sui biglietti da visita, sulla carta intestata, sulle pagelle etc. della scuola che hanno deciso di sponsorizzare.

Io non ci vedrei nulla di male. E non venitemi a dire che si perderebbe la memoria storica del nostro Paese etc. etc. perché quella ormai ce la siamo fottuta molto tempo fa. Provate a chiedere alle migliaia di ragazzi che hanno frequentato le scuole medie di Quarto chi è Angelo Roncalli. Capirete che, arrivati a questo punto, un nome vale l'altro – e tanto vale concedersi al miglior offerente...

Nemmeno i giornalisti della Nuova Venezia, quando si tratta di parlare dell'Istituto Comprensivo del nostro paese, si ricordano come si chiama, e lo confondono con il Malipiero di Marcon (leggere qui per credere...) [Aggiunto il 15/02/2010]


P.S. Ricordo a tal proposito che all'ultimo consiglio comunale Marco Simionato ha presentato un emendamento all'approvazione del bilancio comunale per il 2010 nel quale "spiega" come sarebbe possibile tirar fuori 4700 euro da destinare alla scuola media di Quarto, che quest'anno non ha ricevuto 1 euro dallo Stato per le spese di funzionamento.

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