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giovedì 12 novembre 2009

Palazzetto 5: Appunti da un consiglio comunale aperto

Difficile scrivere qualcosa di organico e ordinato su un evento straordinario come quello di lunedì sera scorso (9 novembre). Mi riferisco al tanto (o meglio: troppo) atteso consiglio comunale aperto nel quale si è dibattuta la proposta – avanzata all'amministrazione dai 791 cittadini firmatari della famosa petizione agostana – di fare un passo indietro riguardo le proprie scelte e "stornare" l'area del palazzetto dalla lista dei beni alienabili del comune.

Vi racconto subito com'è andata a finire: per un voto di scarto le cose resteranno come sono. 8 contrari alla petizione, 7 favorevoli, uno (il consigliere di maggioranza Grosso) astenuto.

Già qui c'è da aprire una parentesi vergognosa. All'inizio della seduta mancavano all'appello solo due consiglieri, entrambi di maggioranza: l'assessore Canonaco e il consigliere Calzavara. Cose che capitano, a novembre, in piena stagione influenzale. A meno di mezz'ora dalla fine, ovvero quando ormai la discussione si era conclusa, dando modo (in teoria) a ogni consigliere di farsi la propria idea, in piena coscienza, su come votare, fa la sua comparsa in sala l'assessore Canonaco – come dire: l'ago della bilancia. Il segretario comunale ribatte a chi obietta la correttezza di questo gesto dicendo che è tutto in regola, che la consigliera può votare, anche se non ha seguito la seduta, anche se non ha sentito le opinioni della cittadinanza. Nell'aria aleggia – oltre che lo spettro di un possibile contagio di massa, visto il numero di persone e la scarsità d'aria nella sala – un pensiero comune: "Bella prova di democrazia!". (Per inciso: dopo due giorni io ero a letto con 38 di febbre, nausea e... mi fermo qua).

Sorvolo sulle pieghe "manesche" che ha preso la questione a fine seduta. Più interessante riportare le motivazioni della maggioranza rispetto alle proprie scelte (cito parafrasando e riassumendo gli interventi, a partire da quello iniziale dell'assessore Bianchini, passando per le varie dichiarazioni del sindaco Marcassa):

Noi non abbiamo nessuna intenzione, entro la fine del nostro mandato, né di vendere l'area del palazzetto né tanto meno di buttarlo giù, per il semplice motivo che non abbiamo i tempi tecnici per portare avanti un progetto nel quale però crediamo, ovvero: comprare un terreno periferico (chiuso tra viale della Resistenza, via Colombera, e il canale Carmason) e lì costruire degli impianti sportivi nuovi e più grandi. Un progetto dunque che non spetterà a noi portare avanti, ma a chi verrà dopo di noi. Consci però delle difficoltà in cui versano (e verseranno in futuro) le casse del comune, già nel 2003 abbiamo pensato di agevolare i nostri successori togliendo per tempo i "sigilli" a un'area di proprietà comunale di pregio, dalla vendita della quale la futura amministrazione potrà – se lo vorrà – ricavare i soldi necessari alla realizzazione dei nuovi impianti: l'area del palazzetto (edificio + parcheggio). Per evitare discontinuità alle attività sportive, e per dare quindi possibilità all'impresa che in quell'area andrà a costruire di iniziare i lavori anche prima che siano pronti i nuovi impianti, abbiamo successivamente pensato (2008) di allargare l'area alienabile al campetto polifunzionale, all'area verde retrostante il palazzetto e al parcheggio su via Aldo Moro. Nonostante questo, i metri (quadri e cubi) edificabili rimarranno inalterati rispetto al 2003: quindi, il verde non verrà toccato né tanto meno il campetto. C'è da aggiungere che con la candidatura di Venezia alla prossime Olimpiadi, e la sua eventuale vincita, può essere che Quarto rientri per le sua posizione strategica nelle aree beneficiate dagli interventi pubblici: se così fosse non ci sarebbe nemmeno bisogno di toccarlo, il palazzetto, perché i soldi li metterebbero gli altri.

Insomma: avessero il tempo per farlo (certo: a meno che Venezia non vinca la candidatura alle Olimpiadi...) loro venderebbero l'area del palazzetto (tutta, compreso verde, campetto, parcheggio) a un privato, che lì costruirebbe condomini da 3 o 4 piani fuori terra per un totale di 38 / 50 appartamenti. Con i soldi che il comune incasserebbe dall'operazione, acquisterebbero il terreno in via Colombera e ci costruirebbero (sempre che i soldi bastino) delle strutture nuove, moderne, più grandi (anche se ancora non si sa bene cosa esattamente). Il tempo però non c'è, quindi si limitano a fare questo lavoro – sporco e impopolare, come stiamo vedendo – preparatorio per chi verrà dopo di loro. Il quale – immagino io – se sarà un loro prolungamento politico, in campagna elettorale avrà in mano una doppia arma: da un lato il palazzetto ancora in piedi (prova che loro le promesse le mantengono), dall'altro la promessa di realizzare in tempi brevi (se eletti) la "cittadella dello sport" (prova della loro capacità manageriale). Difficile quindi, per un eventuale avversario politico, competere con chi in campagna elettorale potrà promettere il progresso – anche a costo di un pezzo sano del paese – e per di più con le carte in regola per mostrarsi "senza macchia".

Ma nel tra le righe delle posizioni della maggioranza c'è dell'altro, su cui qualcuno ha cercato di soffermarsi, però con scarsi risultati, anche a causa del "disordine" che un consiglio comunale aperto purtroppo comporta. Se si fosse discusso della questione prima in un incontro pubblico, poi in un consiglio comunale non aperto (se non ai promotori della petizione, e con un'altrettanto forte partecipazione) certe cose forse si sarebbero notate di più.

Ad esempio la questione dell'area verde e del campetto. Da come l'ha spiegato l'assessore Bianchini, sembrerebbe che nessuno voglia toccarli. Ma questo cosa significa? Che resteranno esattamente dove sono ora, come chiedono i firmatari? Specialmente l'area verde, che ora costituisce un prolungamento ideale dei "giardinetti" (o "parco", come va di moda chiamarlo adesso): resterà lì dov'è o verrà ridistribuita all'interno del lotto? La questione, su cui ha cercato di portare più volte l'attenzione il consigliere Simionato, è passata in secondo piano quando in realtà è di primaria importanza, perché per poter far iniziare alla ditta i lavori di costruzione dei condomini e parallelamente far continuare (in sicurezza) le attività sportive, l'unico posto in cui si può costruire è proprio a cavallo tra l'area verde, il parcheggio su via Aldo Moro e il campetto. Negare questo (come per un po' è stato fatto, finché il vice sindaco, messo alle strette – e secondo me non visto da tutti – ha sorriso allargando le braccia, in un'espressione che io ho interpretato così: "Simionato, queo xe el spassio! De sicuro no sarò mi a dirte che e robe ndarà cussì...") significa negare le motivazioni che hanno portato all'ampliamento dell'area alienabile effettuato nel 2008. Senza contare il fatto che anche se i metri quadri di verde, in un modo o nell'altro, resteranno invariati, una cosa è certa: non saranno più di dominio pubblico ma ad uso esclusivo dei condomini.

(Cliccare sull'immagine per ingrandirla)

Un'altra domanda a cui non è stata data risposta è quella avanzata dal consigliere Bozzetti, il quale ha chiesto come mai l'amministrazione, invece di intervenire sull'area del palazzetto, non ha pensato di avviare un progetto (magari complementare, non per forza sostitutivo delle strutture esistenti, e magari – aggiungo io – pensando non solo allo sport...) su un terreno già di proprietà del comune, localizzato all'incrocio tra la nuova Via Primo Maggio e la "via del nuovo sotto-passo", in pratica di fronte al Bosco delle Crete (scheda C4.14 del P.R.G. - Zona gialla dell'immagine allegata). La domanda di Bozzetti ha richiamato subito la mia attenzione perché è da un po' di tempo che sostengo che tutta quella zona (non solo la C4.14 ma anche l'area agricola – scheda E2 – che corre lungo via Primo Maggio, fronteggiando il neo-nascente insediamento artigianale (zona rosa immagine allegata), nonché l'ampia zona di rispetto della ferrovia e del canale Carmason) sarebbe perfetta per ricavare degli spazi pubblici (sportivi, ricreativi, culturali) immersi nel verde.

(Cliccare sull'immagine per ingrandirla)

Una soluzione del genere comporterebbe diversi vantaggi:

1) creerebbe un ottimo cuscinetto verde tra la zona residenziale e la zona artigianale di Via Pascoli
2) sarebbe comoda e sicura da raggiungere per tutti gli abitanti del capoluogo, ma anche da chi vive in zona Crete e in zona Viale della Resistenza (anche più dell'attuale palazzetto, dopo la recente chiusura del passaggio a livello)
3) sarebbe perfettamente servita dal nuovo parcheggio delle ferrovie, nonché comoda all'uscita di tangenziale e passante
4) compenserebbe il deficit di standard a verde e a servizi pubblici che si è creato in tutta la zona a sud di via Gramsci

La questione è spinosa, perché si tratterebbe di andare contro tendenza, convertendo ad area standard (Sb o Sc) un'area molto probabilmente già destinata a insediamento residenziale (come è succede di regola altre C4 identificabili nel P.R.G., compresa la C4.24 su cui sorge il palazzetto...) ma comunque identificata come "Soggetta a strumento attuativo e a Scheda di progetto".

E qui mi aggancio a due interventi che mi sono piaciuti molto, perché invece di tirare in ballo un futuro fumoso, fatto di olimpiadi e opere faraoniche, hanno riportato indietro negli anni chi – perché troppo giovane o perché all'epoca ancora non residente a Quarto – certe cose non può saperle.

Mi riferisco all'intervento di Mauro Marcassa (sindaco all'epoca della costruzione del palazzetto) e del signor Miola (papà di un mio compagno delle medie, ma questo non importa...).

Mauro Marcassa ha spiegato che l'intera area "giardinetti + palazzetto" fu identificata come area standard a cavallo tra anni '70 e '80 per compensare la forte carenza di aree standard nella zona a ovest della ferrovia. La precedente amministrazione, che aveva comprato quella terra, l'aveva infatti destinata interamente a zona residenziale (villette e bifamiliari, come ha spiegato il signor Miola, ricordando un cartellone "pubblicitario" che il comune aveva affisso in quel periodo nella piazza del paese). Insomma: all'epoca ci fu la volontà politica di cambiare rotta, in un periodo in cui la speculazione aveva ripreso a galoppare. Cosa che a quanto pare l'attuale amministrazione non è disposta a fare.

Marcassa ha poi continuato dando dei dati tecnici sulla costruzione del palazzetto. Prima di tutto doveva essere una struttura scoperta, come la coeva pista da pattinaggio (oggi campetto) adiacente. Poi, siccome in quel periodo il basket femminile (il mitico Agos) era andato in serie A2, pensarono di fare una struttura coperta. Insomma: nei primi anni '80 poteva apparire sicuramente come una struttura sovradimensionata per le dimensioni del paese. E se non ricordo male, chiusa la stagione d'oro del basket femminile, per un buon periodo il palazzetto risultò addirittura sottoutilizzato, nonostante in quegli anni la popolazione giovanile (che è poi quella che da sempre usa di più gli impianti sportivi) fosse ben più numerosa di adesso: nel 1982 su 5.404 abitanti i giovani tra gli 8 e i 25 anni erano 1.592, a inizio 2009 su circa 8000 abitanti i giovani della stessa età sono scesi a 1.275! Certo: all'epoca oltre al calcio non c'era molto, a differenza di adesso, ma da qui a dire che Quarto ha assolutamente bisogno di strutture più grandi, ce ne vuole.

La costruzione del palazzetto in una foto di Piero Calza – 1980 circa.
(Cliccare sull'immagine per ingrandirla)


Marcassa ha concluso il suo intervento fornendo dati precisi sui materiali di costruzione usati all'epoca, sulle garanzie di durata di tetto e pavimento (rivelatesi superiori alle previsioni), stupendosi lui stesso di come la struttura abbia reagito così bene a quasi 30 anni di utilizzo. I circa 130 mila euro spesi in questi ultimi anni per rifare il pavimento, il tetto, per adeguare le uscite di sicurezza, per rifare l'impianto idraulico non significano che il palazzetto è vecchio e decrepito, ma che aveva bisogno di essere restaurato, come una qualsiasi casa dopo 20/30 anni. Un'operazione di "riciclo", quindi, in totale sintonia con le tendenze ecologiste degli ultimi anni, sposate anche dalla nostra amministrazione.

Ma mettiamo pure il caso che il palazzetto risultasse inadeguato, anche a fronte di ulteriori modifiche, ad ospitare attività sportive: perché invece di buttarlo giù non si pensa di recuperarlo – che ne so – come centro culturale con teatro/auditorium e biblioteca (che a mio avviso starebbero molto meglio lì, vicino alle scuole, che non davanti al municipio, come si usava nei secoli scorsi: ma su questo tornerò con più calma)?

Insomma, a volerlo, alternative realmente più utili al benessere del paese (di questo paese) ce ne sarebbero. Poi si sa: il popolo delega col proprio voto alcune persone, legittimandole a scegliere per tutti etc. etc. Sì, lo sappiamo tutti. Però...

15 commenti:

  1. grazie per la cura dettagliata con cui hai riportato l'incontro . mi sembra chiaro che questi sicuramente non si aspettavano un risveglio popolare come e' avvenuto con la vendita del palazzetto. simionato sembra che gli stia rompendo le uova nel paniere. e loro in questi anni erano abituati cosi' bene !!! grazie e scusa se non riesco ad essere presente a questi incontri. io cmq il mio lo faccio informando quante piu' persone possibili di quello che avviene.
    ps ma sindaco e i suoi discepoli riescono ancora a camminare per il paese senza essere fermati dalla gente comune con una richiesta , perche' ?

    stefano

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  2. Da quanto scrivi ho compreso di esser stato poco chiaro nell'esposizione che ho fatto lunedì nel consiglio comunale aperto. Permettimi di precisare alcune cose per maggior chiarezza tua e dei tuoi affezionati lettori:
    1) il fatto che l'area del palazzetto sia edificabile non significa che sarà venduta e, se sarà venduta, che sarà venduta tutta. Si tratta (variante 2008) di 11.000 mq complessivi di terreno di cui attualmente solo 2.000 a verde. La scheda prevede che di questi circa 4.700 siano destinati alla residenza con un indice di copertura max del 35% (cioè circa 1350 mq saranno dedicati alla residenza a fronte dei 1.200 attuali occupati dal palazzetto) I rimanenti 5000 e rotti rimarranno dedicati a standards PUBBLICI (cioè verde e park PUBBLICI) e sottolineo PUBBLICI anche se non ce ne sarebbe bisogno dato che è scritto su atti ufficiali del comune.
    2) Il verde rimarrà dov'è? Può darsi ma visto che si tratta di un prato che sia là o 10 metri più in là cambia qualcosa visto che la sua dimensione aumenterà? Dipenderà dalla progettazione complessiva della zona sulla quale secondo me il Comune dovrebbe predisporre un progetto vincolante per chi acquista. Se avessi avuto la possibilità io avrei bandito un concorso di idee per la sistemazione complessiva della zona
    3) L'area di Crete sarà venduta per realizzarvi edilizia convenzionata e con il ricavato acquisteremo il palazzo Ater in piazza per la nuova biblioteca. Il bando di vendita sarà approvato nel prossimo consiglio in modo da avere la nuova biblioteca nel 2010.
    4) L'area del palazzetto è da sempre classificata zona Sc e la sua "quantità" rientra nel computo generale degli standards di PRG. Un consiglio: per il prossimo articolo, visto che la questione ti appassiona e magari se ti fornisco io i dati non mi credi, rivolgiti all'ufficio edilizia privata e fatti dare i dati relativi agli standards esistenti e previsti dal nostro PRG...magari ne viene fuori un articolo interessante e Mauro Marcassa rivede i conti....
    Considerazione finale: da sempre la democrazia funziona con i numeri (per fortuna) e speriamo che continui così.Dunque non c'è nulla di vergognoso nel fatto che chiunque (Franca Canonaco compresa) possa esprimere un suo diritto/dovere (il voto)per il quale è stato eletto. A meno che una claque agguerrita non conti di più... ma qui il discorso si farebbe pericoloso. Cordialità e complimenti per il blog
    Gianni Bianchini

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  3. Ringrazio sia Stefano che l'assessore Bianchini per i complimenti.
    Ringrazio inoltre quest'ultimo per aver dato risposta alle due domande che ho ri-posto nel mio articolo in oggetto, mettendo in luce alcuni particolari che non erano emersi dal consiglio (o che, almeno, non erano arrivati alle mie orecchie).
    La "questione palazzetto" mi appassiona come tante altre, in primis gli spazi per i giovani e per la cultura (e questo l'assessore lo sa bene, dato che in altre sedi abbiamo avuto di che discuterne...), su cui si è fatto (e pianificato) poco anche da prima dell'insediamento di questa amministrazione. Per questo mi piacerebbe che una risposta altrettanto esaustiva fosse data anche all'articolo con cui ho inaugurato il mio blog, quello sulla "cittadella della cultura" in piazza del donatore.
    Quanto, infine, alla questione "democrazia", ci sono molte cose discutibili nella "nostra" democrazia (butto lì nel mucchio: l'immunità parlamentare) perché si scontrano semplicemente con l'etica, il buon gusto e cose del genere. A volte rifiutarsi di procedere come la legge prevede di poter procedere può rappresentare un esempio per tutti di sano senso civico. Io quella sera non ho gridato nessun "Vergogna!", non ho beffeggiato nessuno per come sono andate a finire le cose, né ho alzato le mani. In compenso mi sono indignato – ma civilmente – per una mossa che, per quanto politicamente funzionale e soprattutto legale, valuto eticamente discutibile.

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  4. lele bonesso16/11/09, 11:52

    Bah. Purtroppo mi son perso l'ultima parte del Consiglio che, come prevedevo, era quella che ci avrebbe "fatto divertire" di più. E da quello che ho sentito in giro mi son perso un illuminato esempio di berlusconiana democrazia!
    Dico semplicemente che trovo DELIRANTE ed OFFENSIVO nei confronti dei cittadini impostare il proprio "programma politico" esclusivamente sull'edilizia, preferendo dare un tetto a chi non c'è e non verrà mai piuttosto che dare un servizio in più a chi invece c'è o a chi realmente verrà. Questa non è Politica!
    Ma finché i nostri amministratori si ostineranno a nascondersi dietro il loro dito mignolo della "legalità" o "legittimità" di certi atteggiamenti resteremo sempre confinati nell'ambito dell'italica democrazia di comodo...
    E se invece della claque agguerrita andassero a guardare, con un po' buon senso, IN FACCIA ai loro concittadini che, in fondo, abitano a pochi passi da casa loro e che, quindi, esprimono disagi che dovrebbero essere anche i loro?
    Forse perché non è previsto dalla legge?
    Lele Bonesso

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  5. Concordo con Lele. Spero soltanto che finisca al piu' presto questo mandato . Infatti l'unica consolazione e' che trovo assai difficile che venga eletto qualcuno di peggiore di questi geni. Bisogna assumere un tono ironico per capire il perche' stanno amministrando in maniera cosi' deprimente. Peccato che non c'ero che magari un po' di democrazia la potevo manifestare contestandoli un po'. Ma si sa, alla fine , pacchi sulle spalle, le risorse sono quelle che sono, noi abbiamo fatto il possibile per la ns comunita' bla bl bla. Che tristezza..

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  6. Sono Franca Canonaco,assessore del Comune di Quarto d'Altino, la cui condotta è stata additata come vergognosa per essere intervenuta al Consiglio Comunale aperto del 9 novembre, giungendo quasi alla fine della seduta.
    Preciso che i miei comportamenti sono sempre stati improntati alla massima coerenza e correttezza e tali sono stati anche in questa occasione, in considerazione dell'improvvido e improvviso mal di pancia sopravvenuto al consigliere Grosso, il quale nel corso della seduta ha comunicato al gruppo la sua astensione. Io non ho fatto mancare il mio appoggio al gruppo di maggioranza, sopratutto su una questione ampiamente dibattuta e conosciuta.
    Se qualcuno dice che questo è vergognoso l'Italia è un paese che è messo veramente male.
    Saluti, Franca Canonaco

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  7. per carita' signor assessore, lei e' in perfetta sintonia con la politica italiana. ci mancherebbe

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  8. Ringrazio l'assessore Canonaco per aver confermato le mie impressioni. Le motivazioni della mia "indignazione" le ho già date nella risposta all'assessore Bianchini, quindi evito di ripetermi.

    Mi risulta invece difficile credere che un mal di pancia possa influenzare il voto di un consigliere, a meno che non si voglia leggere dell'ironia nelle sue parole (altrimenti perché definire "improvvido", cioè "imprevidente, sconsiderato", oltre che "improvviso", quel "mal di pancia"?). Insomma: pare si sia trattato di "scagotto", nel senso di paura. E se si fosse trattato invece di un effettivo ripensamento? Se il diretto interessato vorrà intervenire, lo spazio per farlo c'è.

    Altrettanto difficile mi risulta credere che le pessime condizioni del nostro Paese vadano ricercate nella semplice, sacrosanta, civile (almeno nei termini in cui l'ho messa io) indignazione di chi scrive, e non piuttosto nel modo in cui questo Paese è stato ed è governato. Un "modus" che, purtroppo, indigna i pochi e, col proprio esempio, legittima i molti a fare altrettanto.

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  9. Alessandra18/11/09, 21:05

    L’atteggiamento presuntuoso e di assoluta chiusura di questa amministrazione in molteplici occasioni di fronte a manifestazioni di numerosi cittadini ha semplicemente dell’incredibile.

    Gli attuali “amministratori” (tra virgolette perché tale si definisce chi sa amministrare), alcuni dei quali esponenti del “nuovo” Partito Democratico (li invito a leggere attentamente anche solo le parti in grassetto della carta dei valori - sono sufficienti se non hanno avuto il tempo di leggerla tutta – cfr. una nuova guida, ridare voce ai giovani, vuoto politico…..), hanno dato un esempio di quanto sia distante dalla realtà delle persone il loro modo di fare politica.

    Mi sono chiesta spesso che cosa debba essere al centro delle scelte politiche e la mia risposta è che al centro c’è in primis “la persona”: solo partendo dalla persona si arriva alle persone e poi ancora alla collettività. Mettere al centro la persona vuol dire pensare ad una scuola attenta alla persona; ad un dopo-scuola attento alla persona, ad una sanità attenta alla persona…..In altre parole sono i bisogni della persona e dei gruppi di persone (famiglie, gruppi di aggregazione, associazioni,.…) a determinare le scelte di un’amministrazione.

    Purtroppo partecipare ad un consiglio comunale qualunque a Quarto d’Altino serve semplicemente a constatare che al centro non c’è la persona con i suoi bisogni, ma ci sono – solo - i bisogni - di alcuni. Bisogni del tutto particolaristici che nulla c’entrano con le esigenze della collettività.

    Chiedo agli assessori intervenuti nel blog: vi siete mai chiesti quali sono i bisogni delle persone?
    Stabiliti i bisogni, su quali valori/principi basate le vostre scelte?
    La decisione sul destino del palazzetto manifesta una totale assenza anche di semplice buon senso; sottolinea che il valore attribuito al palazzetto dello sport in termini di utilità sociale è praticamente nullo!
    D’altra parte il dizionario dei nostri amministratori si è fortemente impoverito dato che è costituito da tutti e soli termini che hanno a che fare con l’edilizia e l’urbanistica, semmai da qualche aggettivo. Lo conferma l’intervento dell’assessore alle politiche sociali che ha saputo dire che “più grande e più bello è meglio”,

    In una recente intervista, Josè Saramago (per chi non lo conosce, è il premio Nobel per la letteratura del 1998) sostiene che esistono 3 sessi: il maschile, il femminile, il politico. Ed è triste constatare che le donne, che in quanto madri dovrebbero essere promotrici di scelte e politiche per la famiglia, “quando arrivano al potere si convertono in uomini”.

    All’assessore Canonaco voglio dire che qualche volta non appoggiare il gruppo di maggioranza significa dimostrare di avere proprie idee e di avere il coraggio delle proprie idee, di porre limite all’asfissia della discussione politica, di dare ossigeno a menti iperstrutturate e sovrastrutturate incapaci di produrre un minimo alito vitale.
    Sicuramente comprometterebbe l’efficacia del processo decisionale (di cui lei e il sindaco andate tanto fieri, convinti che i cittadini hanno bisogno di essere governati).
    Ma vista la qualità delle decisioni prese, tale compromissione sarebbe una salvezza per la comunità.

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  10. A Quarto d'Altino non ci sono scuole, non ci sono palestre, non c'è un campo sportivo e quindi non ci sono società sportive, non c'è un asilo nido, non c'è una biblioteca, non ci sono spazi per le associazioni, non c'è una sala prove, non c'è una scuola di musica, non c'è il centro sociale di Portegrandi, non ci sono gli spazi del Centro Servizi, non ci sono chilometri di piste ciclabili conosciute in tutto il Veneto, non c'è un museo archeologico, non ci son trasporti scolastici, non ci sono mense scolastiche, non ci sono spettacoli teatrali, l'Associazione Oltre i confini è abbandonata a sè stessa, l'Auser lo stesso e così la Pro loco e le altre associazioni, i poveri sono abbandonati al loro destino, non si fanno feste, manca un servizio di assistenza domiciliare, il centro è intasato dai Tir, non ci sono giardini pubblici, non c'è l'oasi di Trepalade e l'area protetta di S.Michele Vecchio...tutte cose che fino al 2001 c'erano...ora non ci sono più!!! Adesso c'è solo cemento, cemento ed ancora cemento e qualche trans che, triste e sconsolato, percorre le vie del centro. Ah che paese di m.....in mano a quattro "amministratori" che non capiscono una mazza e che si preoccupano solo di garantire la speculazione!
    Gianni Bianchini

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  11. lele bonesso22/11/09, 00:12

    Mi pare che "l'italica democrazia" sia un virus ancor più pernicioso del tanto temuto H1N1, con l'unica differenza che contagia sistematicamente solo le amministrazioni, siano esse di ogni ordine e grado.
    L'esercizio "Fumo negli occhi" esibito nell'ultimo commento dimostra come si voglia NON CAPIRE i fondamenti di questo dissenso.
    Elencare in modo simil-ironico una serie di strutture ed infrastrutture che da tempo funzionano a dovere quasi sempre per merito di singoli appassionati (e alle quali l'amministrazione, da sempre, si limita burocraticamente ad imprimervi il nulla-osta), dà il senso esatto di come si voglia gestire anche questa storia.
    Anche ammettendo per assurdo che possa accettare la vendita di un'area di pubblica (e vitale) utilità, qualcuno mi spieghi quale altro motivo che non sia economico spinga costoro a voler costruire casette da 4 piani. Per chi? Perché? Volete spiegarcelo una buona volta, magari utilizzando lo stesso idioma che usate parlando ai vostri figli?
    Così, poi, potrei spiegare ai miei perché potrebbero anche non giocare più a basket a Quarto...
    Lele Bonesso
    P.S. E' la prima volta che mi trovo d'accordo col sig. Bianchini.
    Mi riferisco alle sue ultime due righe.

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  12. Cercherò di usare un idioma comprensibile:
    1)Rispetto alla vita delle associazioni se ci limitassimo burocraticamente ad esprimere dei nulla osta per noi la vita sarebbe estremamente facile. Il fatto è che noi diamo alle associazioni a) strutture a costo quasi zero b) contributi economici alle iniziative che esse mettono in campo. Mi limito a citare le prime che mi vengono in mente.
    La sala prove per la quale abbiamo erogato 6.000 euro all'associazione Diapason e Naima senza chiedere nemmeno lo straccio di un rendiconto e che viene usata liberamente ed incondizionatamente da gruppi musicali nostrani e non. La porzione di un capannone edificato appositamente per la Pro Loco. Il contributo alla stessa Pro Loco di 30.000 euro per acquistare un tendone da usare per le feste ed i concerti. Una sede nuova all'Avis. Una sala riunioni ed una serie di salette nel nuovo Centro Servizi per le attività culturali. Credo che a Quarto non esista associazione che possa dire di essersi vista sbattere la porta in faccia o non abbia avuto sostegno (e per sostegno intendo sostegno economico e non un semplice "timbro") da questa amministrazione.
    2) La vendita dell'area è stata "pensata" solo ed esclusivamente in funzione della costruzione di un nuovo palazzetto ed il palazzetto sarà abbattuto solo quando ne sarà realizzato uno di nuovo. La prossima volta lo scrivo in dialetto per esser ancora più chiaro.Così anche chi va dicendo in giro che il palazzetto è già stato venduto e che sarà abbattuto lasciando in mezzo una strada chi fa sport (e non solo) lo capirà. Almeno spero. E' speculazione vendere 4.600 metri di terreno pubblico per realizzare su 30.000 mq di terreno pubblico una nuova struttura? Se l'intento fosse stato quello speculativo l'area del palazzetto sarebbe già stata venduta visto che la variante urbanistica che la riguarda è stata adottata nel 2003 e quindi in questi 6 anni avremmo avuto tutto il tempo necessario per accontentare gli appetiti dei nostri famelici "amici" palazzinari. Certo che per fare le cose (tutte le cose) ci vogliono soldi. Non è una novità. Noi abbiamo detto cosa vogliamo fare e come lo vogliamo fare. Proposte alternative mi pare ce ne siano state pochine se non quella di dire lasciamo stare tutto com'è che è la risposta più semplice e più comoda. Accuse gratuite espresse a volte con toni esagitati invece ce ne son state fin troppe. Ad esse abbiamo cercato di rispondere, com'è nostro costume, con dati oggettivi, ragionamenti pacati, argomentazioni ed anche con un pò di ironia. Continuando con questo stile vorrei rassicurare il sig. Bonesso circa il destino sportivo dei pargoli: se è per noi continueranno a giocare a basket al caldo e non in mezzo ad una strada. Mi auguro che diventino dei campioni; noi ne saremmo felici e comunque non faremo nulla per impedirglielo. Se poi lui vuol fare di più e meglio la possibilità c'è mettendosi in gioco (gioco politico intendo) per mandare a casa chi finora non ha fatto altro che danni. Anche la politica come il basket ha le sue regole.

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  13. lele bonesso22/11/09, 22:43

    Visto che l'idioma è diventato più comprensibile, proviamo un po' a ragionare meglio.
    Non sono un politico ma essendo cittadino da sempre attivo nel volontariato faccio comunque politica, perché per politica io intendo il "mettersi al servizio della collettività".
    1) Mi dispiace che si facciano passare per "benevoli concessioni" quelli che in realtà dovrebbero essere doverosi sostegni a strutture che, in effetti, portano avanti la quasi totalità delle attività socio culturali di Quarto. Non si sono mai sbattute in faccia le porte a nessuno per il semplice motivo che è un DOVERE, quanto meno morale, sostenere questo genere di attività (soprattutto se si tratta di soldi degli stessi contribuenti).
    2) Mi dispiace che ci si ostini a non capire qual'è il fulcro della questione. Lo so anch'io che sono pirla e non frequento gli ambienti consiliari che il palazzetto resterà in piedi fino alla costruzione di quello nuovo (magari per ospitarci le Olimpiadi di Venezia del 2600!). Ma quello che mi fa incazzare (in italiano o in dialetto è lo stesso) è che ci si orienti sempre e comunque a progettare appartamenti per chi non è intenzionato a venirci, a Quarto. Non si è mai pensato di farci, piuttosto, una nuova sede associativa con sale polifunzionali, dove, magari, far provare dei gruppi musicali composti anche da ultra quarantenni contribuenti di QUARTO?
    Mi dispiace ma stavolta il sig. Bianchini non mi trova d'accordo nemmeno nell'ultima di riga. Per un motivo banale, semplice. Mi vien da pensare che sia fin troppo semplice.
    Le regole della politica, anzi, di questa politica non le conosco e, francamente, se portano questi risultati, non è un gioco a cui mi piace partecipare se non in maniera critica e polemica.
    Preferisco giocare (male) a basket.
    Si risparmi pure la risposta, la conosco già...

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  14. Troppo comodo!
    Gianni Bianchini

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  15. Alessandra23/11/09, 20:31

    Mi inserisco nel botta e risposta tra Daniele e l'Assessore Bianchini.
    Credo e voglio credere che nulla al mondo sia fisso e immutabile: le regole, di qualunque gioco, possono essere rispettate, violate o cambiate. Un paese civile ha il dovere di cambiare queste regole se portano danno alla collettività.
    Se fossi parte di questa amministrazione non credo che avrei mai accettato, per rispetto di me stessa e della mia dignità personale, di presenziare al Consiglio solo alzando la mano per votare mozioni su cui si "è già deciso". Perché io sono io di fronte ai cittadini che mi hanno votato, non sono un tuttuno con l'amministrazione, e vorrei che chi mi ha sostenuto sapesse che la penso anche in maniera diversa dal sindaco, soprattutto quando si votano mozioni a fronte delle quali è costretto ad uscire dalla sala consiliare per conflitto di interessi.
    Ecco, questo è un esempio di opportunità di sottrarsi a certe regole. Se non lo si fa è perché quelle regole, che negli ultimi 20 anni hanno rovinato l'Italia, sono state fatte proprie dalle varie amministrazioni che si sono succedute. Anche ascoltare i cittadini in questa occasione (palazzetto) di ampia parecipazione poteva essere un'opportunità. Il fatto è che non la volete la partecipazione dei cittadini e non volete nel modo più assoluto che qualcuno inteferisca con le vostre decisioni. Aver "snobbato" la petizione è la dimostrazione che questa amministrazione non sa accettare idee diverse dalle proprie (anche se io credo nelle persone che hanno idee e non nell'entità "amministrazione" che ha idee), e non viceversa (chiaro ASSESSORE CANONACO???? a proposito del suo comunicato urlato su Viviquarto....anche l'uso del maiuscolo si impone su chi legge!!!)

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